Maria Chiara Biagioni

Maria Chiara Biagioni

Myanmar. Voci senza nome e senza volto: “Non dimenticateci, aiutateci in qualsiasi modo”

Parlano, anzi il loro è un grido di dolore e di aiuto. Ma non possono metterci né il volto né il nome. Perché la giunta militare che ha preso il potere nel 2021, sta diventando sempre più efferato e pericoloso. Ma quanto è successo a Sagaing dove venerdì scorso in un attacco indiscriminato contro una scuola hanno perso la vita almeno 11 bambini, è troppo grave per rimanere in silenzio. “Quello che chiediamo è che il mondo sappia e non ci dimentichi. Pregate per noi. Aiutateci in qualsiasi modo. Il nostro popolo si sente totalmente dimenticato”

Ucraina: card. Krajewski coinvolto in una sparatoria. La missione non si ferma, “domani parto e vado avanti, nella città più distrutta, Kharkiv”

La missione non si ferma. “Certo. Domani parto e vado avanti, nella città più distrutta. Kharkiv”. È il messaggio – corredato dalla bandiera giallo-azzurra dell’Ucraina –  che il card. Konrad Krajewski, prefetto del Dicastero per il Servizio della Carità, ha inviato al Sir dopo che oggi mentre era impegnato con un gruppo di persone a distribuire aiuti nella regione di Zaporizhzhia, è stato raggiunto da colpi d’armi da fuoco. Accompagnato da mons. Jan Sobilo, vescovo ausiliare delle diocesi di Kharkiv e Zaporizhzhia, e da un vescovo protestante, il cardinale si è spinto oggi fino alla zona del fronte. 

Appello del Patriarca dei cattolici armeni Minassian, “siamo stanchi. Basta! Fermatevi!”

È di nuovo alta la tensione nella regione. Nella notte tra lunedì e martedì nuovi scontri armati si sono verificati nel Nagorno-Karabakh, territorio nel sud del Caucaso conteso dal 1991 da Armenia e Azerbaigian. È la prima ripresa delle ostilità dal novembre del 2020. I due Paesi continuano ad accusarsi reciprocamente di bombardamenti sui rispettivi territori. Un centinaio di soldati armeni sono rimasti uccisi mentre il ministero della Difesa azero ha detto che sono 71 i suoi soldati morti. Per fortuna, gli scontri a fuoco lungo il confine sono quasi cessati del tutto nelle ultime ore ma circa 2.750 civili sono stati evacuati dalla zona di frontiera armena a causa dei bombardamenti nelle regioni armene di Gegharkunik e Syunik. La maggioranza sono donne, bambini e anziani. La Caritas Armena è già al lavoro per accoglierli nella città di Goris. Il Patriarca Minassian: “Siamo stanchi. Che ingiustizia! Non c’è nessuna forza del mondo che oggi dica: Basta! Fermatevi!”.

Giornata per l’Ucraina: il 14 settembre, in ogni chiesa d’Europa, si pregherà per invocare la pace

In ginocchio, in ogni chiesa d’Europa, davanti all’Eucaristia, per invocare la pace. Su invito di mons. Gintaras Grušas, arcivescovo di Vilnius e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) il 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, si celebrerà in Europa una giornata di preghiera per invocare la pace per l’Ucraina.

Ucraina. S.B. Shevchuk: “Oltre 3milioni di bambini vivono ancora in zone di scontro armato. La guerra è una pazzia”

“Una pazzia”. Così Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, definisce l’aggressione armata russa nel suo Paese, utilizzando un termine più volte usato da Papa Francesco e per “declinarlo” - intervenendo ad un incontro promosso ieri sera online della Fiac - ha dato qualche cifra ufficiale delle “conseguenze” drammatiche che questa guerra sta provocando: più di 3 milioni di bambini sono ancora nelle zone dello scontro armato, quasi 2 milioni sono a rischio di vivere sull’orlo della fame

Al via il VII Congresso leader religiosi. Il presidente Tokayev, “siete i custodi della coscienza dell’umanità”

Si è aperto con un minuto di silenzio al Palazzo dell’Indipendenza a Nur Sultan, capitale del Kazakhstan, il VII Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali. Tra le oltre 100 delegazioni provenienti da 50 paesi del mondo, ci sono rappresentanti dell’islam, del cristianesimo e del giudaismo nonché buddisti, induisti, taoisti, zoroastriani, shintoisti. Spiccano i nomi di Papa Francesco, lo Sheikh Muhammad Ahmad At-Tayeb, Grand Imam di Al-Azhar, Rav David Lau e Rav Yitzhak Yosef , i rabbini capo ashkenazita e sefardita d’Israele. Partecipata anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Ad accoglierli, il presidente Tokayev: “siete i custodi della coscienza dell'umanità. Chi dunque meglio di voi può indicare oggi la via della fiducia reciproca, della bontà e della pace. Oggi più che mai, abbiamo bisogno di un nuovo movimento per la pace globale”.

Mons. Mokrzycki (vescovi ucraini), “la nostra speranza è che il grido della pace sia presto esaudito”

In ginocchio, in ogni chiesa d’Europa, per invocare il dono della pace. Domani, 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, si celebrerà in Europa una giornata di preghiera per l’Ucraina. Anche la Cei aderisce all’iniziativa. “Siamo molto grati. La nostra forza è nella preghiera e domani questo grido di pace verso il Signore sarà più forte. La nostra speranza è che sia udito e esaudito presto”. E’ mons.  Mieczyslaw Mokrzycki, arcivescovo latino di Leopoli e presidente dei vescovi cattolici latini ucraina, ad esprimere gratitudine per questa iniziativa. “Siamo consapevoli e grati però non solo per questa preghiera – aggiunge l’arcivescovo - ma anche per tutta la solidarietà che ci sta arrivando con gli aiuti umanitari che ci consentono di andare incontro alle necessità della nostra gente che ha perso tutto. Sono gesti molto apprezzati da tutto il nostro popolo”.

Papa in Kazakistan. Mons. Mumbiela Sierra (vescovi Asia Centrale): “Sulla Via della Seta, chiamati ad essere un ponte stabile tra Europa e Asia”

Parla mons. José Luis Mumbiela Sierra, vescovo di Almaty e dal 29 aprile di quest’anno presidente della Conferenza episcopale dell’Asia centrale, delle attese e delle speranze che le piccole comunità cattoliche di questi Paesi nutrono per il viaggio apostolico di Papa Francesco. Arriverà a Nur-Sultan il 13 settembre e il giorno dopo parteciperà al “VII Congress of Leaders of World and traditional Religions”, insieme a 108 delegazioni provenienti da 50 Paesi. “Si tratta – dice il vescovo – certamente di un’occasione provvidenziale da non perdere: nel cuore geografico dell’Eurasia si ascolterà un appello speciale all'unità e al dialogo, un appello corroborato dai leader delle diverse confessioni religiose. Il Papa sta dimostrando ancora una volta di fare tutto il possibile, nonostante le sue condizioni di salute limitate, per costruire ponti di pace e di dialogo, per risolvere i conflitti attuali e porre le basi che servano a evitare un futuro ancora più oscuro. Cosa posso dirgli? Vorrei esprimergli e trasmettergli tutto l'affetto e il sostegno dei cattolici di questo Paese