Stop, allarmi esplosioni e imprevisti non fermano la carovana della pace che oggi si rimette in viaggio con destinazione Odessa. Preoccupa la situazione a Mykolaiv dove ieri si sono sentite “potenti esplosioni”. È stato attaccato anche il ponte che collega Odessa a Mykolaiv, la strada che la carovana della pace deve necessariamente percorrere per raggiungere la città. L’alternativa – dicono i volontari - è passare da Zaporizhzhia, ma lì le condizioni di sicurezza sono forse peggio. Ma si va avanti. “Timore? Sì”, ammette uno dei 50 volontari italiani. “Perché il rischio c'è. Siamo consapevoli di andare in un posto sotto attacco ma la gente ci aspetta e ha bisogno del nostro aiuto”
Sale la preoccupazione per lo stato dell’impianto nucleare di Zaporizhzhia, con rischi potenziali molto gravi. La tensione è alta. A confermarlo al Sir è Pasquale Ferrara, dal maggio 2021 direttore generale per gli Affari politici e di sicurezza del Ministero degli Esteri. “Una centrale nucleare fuori controllo – dice l'esperto - è molto pericolosa. La priorità è evitare assolutamente eventi che possano produrre la fuoriuscita di materiale radioattivo!”
La terza carovana della pace della rete #StopTheWarNow si è data appuntamento da tutta Italia a Gorizia. Siamo divisi tutti in piccoli gruppi, ciascuno con un pulmino carico di aiuti. Ci sono i ragazzi di Acmos, i volontari del Focsiv e della San Vincenzo, rappresentanti della Caritas Andria e Pax Christi con il suo presidente. Tra i partecipanti a questa nuova carovana c'è infatti anche mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura, in rappresentanza dei Vescovi italiani
“Sono molto dispiaciuto della notizia che questo incontro non potrà avvenire. Difficile per me dire cosa ha fatto ritenere il Patriarca non opportuno andare a Nus Sultan. Non penso però che sia la fine di un canale di dialogo. Anzi, direi che ci sono tutti i segni per poter continuare e intensificare il dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa russa”.
Dopo la visita della speaker della Camera americana Nancy Pelosi a Taiwan, la tensione resta ancora alta. Taiwan chiede uno stop delle esercitazioni militari alla Cina ma, solo in queste ultime ore, il ministero della Difesa di Taiwan ha contato un totale di 13 navi e di 39 aerei dell'Esercito popolare di liberazione (Pla) cinese "nella regione circostante". “La tensione tra Taiwan e Cina mi preoccupa”, confida al Sir padre Otfried Chan, segretario generale della Conferenza episcopale regionale cinese – Taiwan. Di qui l'appello: “Più i Paesi occidentali fanno pressione sulla Cina, più la Cina reagisce vigorosamente, a rischio di essere irrazionale”
“Non ci sentiamo l’Ucraina dell’Asia, perché non c’è nessun interesse a scatenare una guerra adesso”. A parlare da Taipei al Sir è un missionario italiano che da 30 anni vive e opera nella capitale di Taiwan. Ma c’è preoccupazione. “Si stanno seguendo le notizie sui media riguardo alle esercitazioni militari che si stanno svolgendo al largo, vicino alle coste della Cina, con incursioni provocatorie". “Credo che si tratti di un grosso abbaiare", dice il missionario: "Il presidente della Cina non ha nessun interesse a muovere acque torbide. A novembre vuole essere rieletto per la terza volta"
Si terrà nel seminario di Vorzel dal 15 al 21 agosto un campo estivo vocazionale per ragazzi dai 16 anni in su. L’edificio era stato distrutto e saccheggiato ad aprile, durante i forti combattimenti nella periferia di Kiev. A pochi chilometri da qui, ci sono le città martiri di Bucha, Irpin, Borodjanka. “Non sappiamo quanti verranno”, confida il rettore del seminario, padre Ruslan Mykhalkiv: “Non è importante. È importante cambiare atmosfera, prendersi tempo, mettersi in ascolto del Signore”
Tensione alle stelle non solo in Europa a causa della guerra in Ucraina ma anche nel quadrante asiatico. Con annunciate manovre militari nello stretto di mare che divide l’isola di Taiwan dalla Cina e sorvoli di jet sui cieli di Tapei. Ha scatenato un vero putiferio la visita della speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, a Taiwan. “Washington sta destabilizzando il mondo", scrive su Telegram la portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, mentre la Cina accusa gli Stati Uniti di "azioni provocatorie" e per ripicca sospende le importazioni di una serie di prodotti da Taiwan. Anche le Borse asiatiche ed europee ieri hanno chiuso in calo. “La Cina – commenta il sinologo Sisci - si è messa in un vicolo cieco”
I vescovi in Ucraina non rimangono in silenzio e lanciano grida di dolore e di giustizia per le morti e il sangue versato mentre il conflitto e l’invasione russa sul territorio ucraino non si fermano e, anzi, aumentano di intensità. Brucia ancora la strage avvenuta nel carcere di Olenivka, dove nella notte del 29 luglio, sono rimasti uccisi oltre 50 prigionieri di guerra ucraini.