Il racconto del parroco di Mariupol, padre Pavlo Tomashewski. “Ci hanno raccontato che ieri hanno sparato a un convoglio di auto in viaggio da Mariupol a Zaporizhia. C'erano a bordo bambini e donne incinte. La loro presenza dentro le vetture era segnalata quindi sapevano perfettamente cosa stavano facendo! Dimmi, come può l’Europa negoziare con un male così ? È una guerra diabolica! Quando sai che i tuoi parrocchiani sono seduti nel seminterrato in questo momento, senza cibo né acqua, e potrebbero morire. Quando sai che non puoi aiutarli in nessun modo, non provi rabbia, ma solo disperazione”
“Il significato simbolico di questa consacrazione viene dal fatto che in questo momento c’è purtroppo un conflitto aperto in Ucraina e quello che si domanda innanzitutto è che si possa fermare il versamento di sangue, che è sempre sangue innocente, ed anche che si possa iniziare una pace duratura. Ora la pace duratura è proprio ciò che viene dal cuore immacolato di Maria e cioè da Cristo che è Principe della pace”.
“È un atto spirituale atteso da molto tempo dal popolo ucraino. I cattolici ucraini sin dall’inizio dell’aggressione russa nel 2014 chiedevano questo atto come urgente bisogno per evitare l’aggravamento della guerra e dei pericoli che pervenivano dalla Russia”.
La crisi ucraina, gli aiuti umanitari e l’importanza del processo negoziale in corso, “esprimendo la loro speranza per il raggiungimento al più presto di una pace giusta”.
Vite spezzate, corpi lasciati sulle strade, fosse comuni, madri russe e ucraine che non hanno avuto ancora la possibilità di abbracciare e salutare per l’ultima volta i propri figli caduti sul campo di battaglia. La guerra è anche questo. Ce lo raccontano padre Andriy Zelenskyy, cappellano militare, e padre Mykhajlo Melnyk, che giovedì scorso si trovava a Irpin dove un gruppo di sacerdoti ha potuto dire una preghiera e benedire i corpi messi in una fosse comune
“Aiutateci a difenderci da questo aggressore che sta bombardando dal cielo le nostre case, scuole, asili, ospedali. Chiudete il cielo!”. È il disperato appello giunto al Sir di mons. Stanislav Szyrokoradiuk, vescovo della diocesi cattolica di Odessa-Simferopol.
Il racconto del nunzio apostolico da Kiev, città tra le più bersagliate dagli attacchi russi e dove per tutta la notte si sono registrati nei sobborghi pesanti bombardamenti. “Immaginiamo cosa può succedere quando finiranno le scorte di acqua e di cibo. Ma c’è anche emergenza freddo: questa notte le temperature sono scese a meno 10 e tutti, grandi e piccoli, stanno soffrendo”
Tutte le “ragioni” del conflitto in Ucraina spiegate dal punto di vista russo, dalla Nato al Donbass fino alle sanzioni ecumeniche imposte oggi, ricordando Maidan e colpendo anche il Patriarca Bartolomeo.