La guerra non ferma la vita che nasce. Malgrado la tragedia che sta vivendo in queste ore, l’Ucraina ritrova speranza e luce grazie alle notizie relative alla nascita di diversi bambini venuti alla luce nei sotterranei e nei rifugi antiaerei di Kiev durante i bombardamenti. Mia, questo il suo nome. La foto della sua nascita è diventata virale.
“Chiediamo la vostra solidarietà in questo momento difficile per il nostro popolo. Desidero esprimere una profonda gratitudine a tutti quelli che oggi sosterranno il nostro Stato ucraino, gli sforzi delle nostre autorità, gli sforzi di tutti quelli che oggi difendono la nostra libertà e l’indipendenza”.
“Un bel segno”. Con queste parole mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi russi, definisce al Sir la notizia diffusa dalla Sala stampa vaticana che il Papa si è recato questa mattina all’ambasciata russa presso la Santa Sede, in via della Conciliazione a Roma, perché “preoccupato per la guerra”.
Il racconto degli scontri e dei bombardamenti vissuti dalla stazione centrale della metropolitana di Kiev diventata un rifugio anti-aereo. La città è completamente vuota. Non si vede più nessuno per le strade. La stragrande maggioranza si è diretta verso la parte occidentale del Paese, a Leopoli. Ma non c’è scampo da nessuna parte. “Tutta la vita di un Paese sembra andare in fumo”, racconta al Sir il gesuita Andriy Zelinskyy. Molto criticata la decisione di non escludere, per il momento, la Russia dal sistema di pagamenti internazionale Swift. “Dei valori si può parlare tanto a livello globale ma purtroppo stanno vincendo gli interessi a scapito delle vite umane”
Vescovi di tutta Europa e del Mediterraneo si uniscono all’appello di Papa Francesco di fare del 2 marzo, mercoledì delle Ceneri, una giornata di preghiera e digiuno per la pace in Ucraina e nel mondo
“Nel nome di Dio, fermatevi”. Da Firenze, dove si sta svolgendo l’incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, mons. Gintaras Grusas, arcivescovo di Vilnius e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), rivolge un accorato appello per la pace in Ucraina.
“Il nostro Dio è un Dio della pace, non è il Dio della guerra. Faccio un appello all’incontro speciale del Consiglio europeo di oggi affinchè si prendano le misure opportune per promuovere una de-escaltation e si faccia tutto il possibile per raggiungere di nuovo raggiungere la pace”.
Voci dal Donbass e da Kiev e il racconto in presa diretta di chi sta vivendo queste concitate ore di attacchi aerei su tutto il Paese. Sono stati presi di mira obiettivi militari. Ma nel Donbass il dispiegamento di mezzi militari è imponente. Le esplosioni, la fuga in macchina, i piani di evacuazione. “Questa non è una guerra contro l’Ucraina, ma una guerra nel cuore dell’Europa” dice il parroco di Lysyčansk (Lugansk). “Siamo stati attaccati tutti. E’ la guerra contro tutto il mondo. Pregate per noi in attesa che arrivino buone notizie, notizie di pace perché Dio è con noi e Dio è la nostra forza più grande. Lo preghiamo perché converta i cuori e li pieghi alla forza della pace e non delle armi”.
Momenti di grandissima apprensione a Kiev. Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, si è dovuto rifugiare, insieme ad altre persone, in un sotterraneo della Cattedrale della Resurrezione di Kiev a causa dei bombardamenti “intensi” in città.