Patrizia Caiffa

Patrizia Caiffa

Coronavirus. De Robertis (Migrantes): “Contagi e morti anche tra gli immigrati. Non dimenticare i più vulnerabili”

Un cappellano africano in rianimazione, un paio di vittime nella comunità cattolica filippina a Bergamo, infermieri contagiati, amministrazioni che chiedono l'elenco dei cimiteri non cattolici per seppellire decine di musulmani. Anche se fortunatamente sono ancora pochi i contagi di Covid-19 e le vittime tra gli stranieri, sono tante le situazioni di rischio e difficoltà: i centri di accoglienza, i campi rom, le tendopoli nei campi dove lavorano gli stagionali, i lunaparkisti e i giostrai. Ne parliamo con don Gianni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes e don Sergio Gamberoni, della Migrantes di Bergamo

Coronavirus. Don Soddu (Caritas italiana): “Strutture a disposizione della sanità. Ma mancano volontari e tanti disagi”

Da Nord a Sud tantissime diocesi e Caritas diocesane stanno mettendo a disposizione strutture religiose, seminari, appartamenti per ospitare medici e infermieri, persone senza dimora, ex detenuti per dare un contributo per l'emergenza socio-sanitaria in corso. Ma per i volontari è difficile operare nel modo tradizionale. L'intervista a don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana.

Coronavirus in Brasile. L’appello dei vescovi: “Non uscite di casa”. Oltre 1.800 casi e 34 morti

In Brasile cresce di ora in ora il numero di contagi, anche se il governo centrale tende a minimizzare. I singoli Stati stanno prendendo invece misure restrittive drastiche e anche la Chiesa brasiliana lancia l'appello a rimanere a casa, delegando ai singoli vescovi il fermo alle celebrazioni. Ad oggi le messe sono state sospese in oltre 155 diocesi. Il messaggio del presidente della Conferenza episcopale del Brasile e una testimonianza da Salvador da Bahia

Coronavirus: 116 positivi in Sudafrica, chiusure e divieti. Una psicologa italiana: “Effetti potrebbero essere devastanti”

Anche il Sudafrica ha fatto scattare il 16 marzo le misure di prevenzione e sicurezza per contenere il contagio da Covid-19. Il paziente zero è risultato positivo dopo un viaggio in Italia. I numeri sono ancora contenuti perché i tamponi vengono effettuati solo per casi a rischio, ma cresce la paura che il contagio possa diffondersi in maniera sotterranea, soprattutto nelle township

Coronavirus, un operatore socio-sanitario nel bergamasco: “Qui il contagio è quotidiano, rispettare le regole”

La testimonianza, a titolo personale, di Federico Trebbi, 43 anni, bolognese, operatore socio-sanitario nella Fondazione I.P.S Cardinal Giorgio Gusmini onlus, con sede a Vertova, paesino di 5000 abitanti, in Val Seriana a 10 km da Alzano e Nembro, tra i paesi con il più alto numero di contagi. La struttura accoglie 250 pazienti: anziani, malati terminali, pazienti con gravi patologie cerebrali e malati di Sla

Coronavirus. Caritas italiana: “Non abbandoniamo i poveri”. Appello ai giovani, “dateci una mano come volontari”

Volontari a disposizione degli anziani e delle persone sole chiuse in casa, infermieri di parrocchia, "lunch box" anziché pranzi alle mense per i poveri, letti nei dormitori a distanza di sicurezza. Non si fermano i servizi delle Caritas diocesane per le persone in difficoltà, ma si adattano ai provvedimenti governativi per fare fronte all'emergenza coronavirus. Mancano però i volontari, perché il servizio civile è stato sospeso. Don Andrea La Regina, di Caritas italiana, lancia un appello: "Giovani, dateci una mano"

A Lesbo il primo caso di Coronavirus e livello di tensione ancora alto. Msf in stato di allerta

Come altre organizzazioni umanitarie Medici senza frontiere, presente nell'isola di Lesbo con una clinica pediatrica vicino al campo di Moira, è stata costretta a chiudere per un paio di giorni la struttura a seguito del clima di tensione. L’ultimo episodio risale a domenica notte: sono stati messi a fuoco i locali di una associazione che si occupa di scolarizzazione di bambini. “Ora abbiamo riaperto con attività ridotte e meno personale. Dalla settimana scorsa stiamo applicando i protocolli di sicurezza che usiamo nei Paesi in guerra”, racconta Maurizio Debanne, di Msf.