"Siamo seriamente preoccupati: ci stiamo rendendo conto che la presenza delle Ong non è gradita. La situazione è molto tesa e frustante. Deriva dalla mancanza di politiche effettive negli ultimi cinque anni, per cui era prevedibile questo peggioramento. Stanno gettando benzina su un fuoco che era già pronto ad esplodere". Così Maria Alverti, direttrice di Caritas Hellas (Caritas Grecia), spiega al Sir quanto sta avvenendo in queste ore nell'isola di Lesbo. E giudica "vergognoso" e "orribile" il video che mostra una imbarcazione della guardia costiera greca sparare in acqua e respingere brutalmente i profughi che tentano di arrivare in gommone.
Alla guida della piccola Chiesa cattolica in Tunisia dal 2013, mons. Ilario Antoniazzi, arcivescovo di Tunisi, è tra i vescovi dei 20 Paesi che partecipano all'incontro “Mediterraneo frontiera di pace” che la Cei promuove a Bari (19-23 febbraio)
“Dobbiamo iniziare dalle parrocchie e non nascondere tutto il sotto tappeto. Invece facciamo finta di non vedere cosa avviene sulle nostre strade: stiamo distruggendo generazioni di donne, sempre più giovani. Troviamo ragazzine addormentate in terra come stracci, è una vergogna”. Questo l'appello di suor Eugenia Bonetti, la veterana delle suore anti-tratta, missionaria della Consolata, nella VI Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta degli esseri umani che si celebra l'8 febbraio
Sta circolando in queste ore la notizia di una circolare del Viminale che aumenterebbe di nuovo a 35 euro i rimborsi per ogni migrante accolto. Erano stati ridotti a 19/26 euro e i bandi erano andati deserti perché cooperative e associazioni che si occupano di accoglienza non sarebbero riuscite a coprire i costi. Ne abbiamo parlato con Luciano Gualzetti, direttore di Caritas ambrosiana
"I Paesi delle due sponde del Mediterraneo dovrebbero chiedersi come fare per aiutare i migranti. Perché sono persone umane che hanno vissuto situazioni terribili". Lo dice al Sir monsignor Paul Desfarges, arcivescovo di Algeri e presidente della Conferenza regionale del Nord Africa, in vista dell'incontro dei vescovi cattolici di 20 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo (Bari, 19-23 febbraio), con la partecipazione finale di Papa Francesco
Una élite di 2.153 paperoni detiene una ricchezza superiore al patrimonio di 4,6 miliardi di persone, mentre alla metà più povera della popolazione resta meno dell’1%. Le 22 persone più ricche del mondo hanno una ricchezza che supera quella di tutte le donne dell'Africa. Intanto in Italia il 30% dei giovani occupati guadagna meno di 800 euro al mese e il 13% degli under29 italiani versa in condizione di povertà lavorativa. È l'allarme lanciato oggi da Oxfam alla vigilia del World Economic Forum di Davos
E' l'idea innovativa contenuta nel progetto "Ponte di dialoghi- Bridges beyond borders" promosso dalla Fondazione Cser (Centro studi emigrazione Roma) degli Scalabriniani, con il sostegno economico della Fondazione Migrantes. L'obiettivo è promuovere una cultura della conoscenza e dell'accoglienza contro ogni forma di discriminazione e xenofobia. Prenderà il via a marzo in una decina di scuole medie inferiori e superiori e durerà per tutto il 2020.
Il 12 gennaio del 2010 un sisma del 7° grado della scala Richter rase al suolo la capitale di Haiti Port-au-Prince, provocando almeno 230.000 vittime. A distanza di dieci anni non ci sono tracce visibili del terremoto ma la ricostruzione è stata fatta tra sprechi e inefficienze e pochi sono stati i benefici per la popolazione. Che nel frattempo ha dovuto confrontarsi con altri gravi problemi. Da Port-au-Prince parla al Sir Fiammetta Cappellini, dell'Avsi
"Per ora non abbiamo ridotto le nostre attività né attivato particolari procedure anche se preferiamo non far rientrare il personale espatriato. Riceviamo informazioni che ci consigliano di non tornare a Tripoli per il momento. Una trentina di nostri operatori libici continuano a lavorare, con le necessarie cautele": a parlare al Sir è Cesare Fermi, responsabile dell’unità migrazioni di Intersos, che opera tra Libia, Tunisia e Grecia. Numerose organizzazioni umanitarie hanno ritirato i propri operatori sul campo oppure preferiscono mantenere un basso profilo per motivi di sicurezza