Quattro ore di visita per il papa nella parrocchia salesiana del Sacro Cuore, a due passi dalla stazione Termini a Roma. Tra incontri e confessioni, il papa durante l'omelia si è rivolto direttamente ai giovani: «Sentite bene, voi ragazzi e ragazze, che incominciate la vita adesso: Gesù mai delude. Mai».
Sono 180 i paesi che intrattengono relazioni diplomatiche con la santa sede, a cui vanno aggiunti l’Unione Europea, l’Ordine di Malta e la missione speciale della Palestina. Ai loro rappresentanti il papa ha ricordato che la pace si costruisce dalla quotidianità
«Noi cristiani dobbiamo cavalcare la profezia e avere il coraggio di andare controcorrente. Dobbiamo ricordarci che i migranti sono uomini e anche per loro Cristo è morto. La profezia è sempre scomoda. Dobbiamo renderci conto che il Vangelo ci chiede di schierarci sempre dalla parte degli ultimi». Così monsignor Francesco Montenegro, in vista della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che la Chiesa celebra in tutto il mondo il 19 gennaio.
Parlano chiaro le cifre del “Rapporto italiani nel mondo 2013” della Fondazione Migrantes: dall’inizio dell’anno si contano quasi 79mila italiani espatriati, di cui più del 30 per cento tra i 20 e i 40 anni. Con oltre 4,3 milioni di soli residenti all’estero l’Italia vede oggi un trend di partenze che la riporta indietro nel tempo, a flussi in uscita, cioè, sempre più consistenti e di difficile analisi.
Papa Francesco, dopo averci sollecitato nelle prime sue due visite in Italia, a Lampedusa e al Centro Astalli di Roma, a guardare al cammino drammatico dei migranti e dei rifugiati, nel suo messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato ci invita a leggere le migrazioni come una risorsa per costruire un mondo migliore.
Sui migranti occorre cambiare prospettiva per avere atteggiamenti e comportamenti più consoni al Vangelo. È questo, in ultima analisi, ciò che suggeriscono i vescovi del Triveneto in occasione della centesima Giornata mondiale dei Migrantes. Lo hanno fatto nel corso della conferenza stampa tenuta a Cavallino, nella Casa Maria Assunta dove, come è ormai consuetudine, i vescovi si ritrovano a inizio gennaio per una “due giorni” di aggiornamento pastorale.
Questo xe un raconto natalissio che, oltre al solito Natale, toca un momento de la nostra Storia. Piero de la Monica – un reduce da l’Africa – nel secolo scorso, al tempo de l’Impero, el ne contava la storia del so Natale da militare, passà soto na tenda nel deserto.