Da anni il Regno Unito non era coinvolto in una battaglia di queste dimensioni nella quale le più importanti religioni cercano di opporsi all’approvazione, da parte del Parlamento di Westminster, della nuova legislazione sul suicidio assistito, la normativa che darebbe ad adulti malati terminali, capaci di intendere e di volere, il diritto di porre fine alla propria vita, purché autorizzati da due medici e da un giudice dell’Alta Corte
Nella capitale inglese si è tenuto un convegno su “Mensuram Bonam”, che ha riunito circa novanta esperti del settore finanziario e responsabili ecclesiastici provenienti da sedici Paesi. L’obiettivo era ragionare su come il mercato di investimenti cristiani, soprattutto cattolici – circa 1.750 miliardi di dollari – possa essere gestito secondo i principi del Vangelo. Ne parliamo con Peter Hugh Smith, amministratore delegato di Ccla
“Il diritto a morire può diventare un dovere a morire. Dimenticarci di Dio denigra la nostra umanità. I problemi sollevati dalla nuova legislazione, che legalizza il suicidio assistito, arrivano al cuore della nostra umanità, di come ci pensiamo e immaginiamo la nostra vita”.
Arriva dai vescovi cattolici di Inghilterra e Galles un invito ai fedeli affinché contattino i parlamentari e chiedano loro di votare contro una nuova legge che punta a legalizzare il suicidio assistito. Mercoledi 16 ottobre comincia, infatti, alla Camera dei Comuni, il proprio iter la legislazione preparata dalla deputata laburista Leadbeater che, se approvata, darà ad adulti malati terminali, capaci di intendere e di volere, il diritto di porre fine alla propria vita.
“La libertà religiosa è la libertà fondamentale di qualunque società libera e democratica. Essa è essenziale per il fiorire e il realizzarsi della dignità di ogni persona umana. La libertà religiosa comprende anche il diritto di manifestare le proprie convinzioni in pubblico, attraverso la testimonianza, la preghiera e le attività caritatevoli, anche fuori le cliniche abortive”.
Si sono riuniti in Sinodo dal 5 al 9 luglio a York i rappresentanti della Chiesa anglicana. Al termine dei cinque giorni di incontri, in cui sono stati affrontati argomenti divisivi come i matrimoni tra persone dello stesso sesso e le liturgie per coppie omosessuali, l’organo che controlla la Chiesa anglicana è apparso molto diviso. Al Sinodo si è parlato anche di prevenzione di abusi sui minori, di povertà e fiducia dentro la Chiesa
È soltanto la settima volta, nella storia del Paese, che il potere tocca a un leader socialista. I Conservatori perdono almeno 248 seggi. L’euroscettico Nigel Farage entra, per la prima volta, in Parlamento
Tornano all’ordine del giorno del Sinodo, l’organo che controlla la “Chiesa di Inghilterra” e che si riunirà a York dal 5 al 9 luglio, le cosiddette “Preghiere di amore e di fede”, cerimonie per celebrare coppie omosessuali stabili, unite civilmente dalla legge britannica. Si tratta di un tema che divide profondamente la chiesa di stato inglese, come era emerso già durante il Sinodo del febbraio dello scorso anno, quando queste liturgie su base volontaria, che nessun pastore anglicano sarà obbligato a celebrare, avevano ricevuto un primo voto positivo.
Il prossimo 4 luglio si vota nel Regno Unito. Dopo i disastri causati dall'uscita del Paese dall'Ue, nessun politico si azzarda a nominare una decisione che pesa sui cittadini e sull'economia. I sondaggi danno i conservatori del premier Rishi Sunak ai minimi storici, mentre gli elettori dovrebbero premiare il Labour dell'astro nascente Keir Starmer. Sulla scena politica torna mister-Brexit, Nigel Farage. Il Sir ha sentito i politologi John Curtice e Francis Davies