Un esempio macroscopico di come le scelte politiche, nel bene e nel male, si ripercuotano nella vita collettiva ben oltre i tempi stretti e fugaci delle cronache
Diminuiscono le persone a rischio povertà in base al reddito, ma aumentano quelle che stanno peggio poiché si trovano in condizioni di “grave deprivazione materiale e sociale”. I dati diffusi dall’Istat dicono che nel 2023 il 18,9% delle persone residenti in Italia risulta a rischio di povertà avendo avuto, nell’anno precedente l’indagine, un reddito netto inferiore al 60% di quello mediano (11.891 euro). In valori assoluti si tratta di oltre 11 milioni di individui.
Sgravio contributivo del 120% per incentivare le assunzioni; disposizioni per favorire l’avvio di nuove attività; riforma delle procedure per l’utilizzo dei fondi europei di coesione; bonus di 100 euro per famiglie con redditi bassi, che però verrà erogato a gennaio 2025 per problemi di copertura finanziaria. Sono questi i punti principali delle misure varate dal Consiglio dei ministri alla vigilia della festa dei lavoratori. Il “pacchetto primo maggio” si articola in un decreto legge in materia di politiche di coesione e in un decreto legislativo che attua una parte della legge delega fiscale.
C’è una vena di antieuropeismo mai sinceramente abbandonato che riemerge ciclicamente per motivi propagandistici e che si sta incuneando subdolamente nella campagna elettorale
La malapolitica non può essere combattuta soltanto sul piano repressivo, come peraltro si continua a fare doverosamente. Il suo contrasto richiede un recupero forte della partecipazione
In una democrazia autentica non esistono organi sottratti a ogni forma di controllo, ma ci sono – ed è fondamentale che ci siano – organi indipendenti dalle maggioranze di turno
Nel Documento di economia e finanza 2024 il Governo scommette sulla ripresa mondiale ed europea e sugli effetti del Pnrr, ipotizzando una crescita inferiore a quella indicata nella Nota dello scorso autunno (+1,2%), ma ben superiore alle stime della Banca d’Italia (+0,6%) e di altri previsori italiani ed esteri. Nel Def approvato dal Consiglio dei ministri si calcola inoltre un aumento dell’1,2% per il prossimo anno, dell’1,1% nel 2026 e dello 0,9% nel 2027.
Dopo la pandemia la sanità italiana manca di slancio e organizzazione. I fondi annunciati dal Governo non tengono conto dell’inflazione e le lunghe liste d’attesa sono sintomo di questo problema: un piano da 600 milioni l’anno assegnati direttamente alle Ulss. E le Regioni?