I dubbi sul futuro e sull’effettivo raggiungimento degli obiettivi di riforma nulla tolgono all’intrinseca rilevanza dell’iniziativa del governo sul premierato
Via libera da parte del Governo all’“Introduzione dell’elezione popolare diretta del presidente del Consiglio dei ministri e razionalizzazione del rapporto di fiducia”. Il testo si compone di cinque articoli e modifica quattro articoli della Costituzione: il 59, l’88, il 92 e il 94. Un intervento all’apparenza circoscritto ma che va a incidere profondamente sulla forma di governo e sugli equilibri complessivi del sistema. La stessa premier Meloni – che in precedenza aveva già dichiarato l’intento del Governo di “cambiare l’architettura istituzionale della Nazione” – al termine del Consiglio dei ministri l’ha definita “madre di tutte le riforme”
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a una manovra economica che per il prossimo anno si aggira intorno ai 24 miliardi. A Palazzo Chigi sono stati esaminati a questo scopo il disegno di legge di bilancio, due decreti-legge, due decreti legislativi che attuano i primi moduli della delega fiscale e il Documento programmatico di bilancio, con la sintesi della manovra destinata alla Commissione europea. A parte quest’ultimo testo, si tratta di “schemi”, come si legge nell’ordine del giorno del Cdm, e quindi bisognerà attendere ancora prima di avere in mano i provvedimenti nel dettaglio, quelli che – dopo il passaggio al Quirinale – saranno sottoposti all’esame del Parlamento. Non prima del 26-27 ottobre, secondo le previsioni più accreditate
Nuove norme sui migranti, con un forte accento su controlli ed espulsioni, e una Nadef (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) che prevede un maggior deficit per ricavare le risorse da destinare alla legge di bilancio. Questi i contenuti principali emersi dal Consiglio dei ministri, sostanzialmente in linea con le anticipazioni della vigilia
Il Consiglio dei ministri ha varato un primo pacchetto da 1,3 miliardi di euro, con la consapevolezza che si tratta di un intervento non adeguato e che a breve saranno necessarie nuove misure. In evidenza la proroga dei bonus per energia e carburanti (con un occhio di riguardo alle famiglie con almeno 4 figli), mentre ha fatto discutere già alla vigilia una sorta di mini-condono per gli esercizi commerciali, ben 50 mila dei quali secondo l’esecutivo sarebbero a rischio chiusura in assenza di agevolazioni fiscali per scontrini e fatture