Stefano De Martis

Stefano De Martis

Cdm approva il premierato. Meloni: “La madre di tutte le riforme”

Via libera da parte del Governo all’“Introduzione dell’elezione popolare diretta del presidente del Consiglio dei ministri e razionalizzazione del rapporto di fiducia”. Il testo si compone di cinque articoli e modifica quattro articoli della Costituzione: il 59, l’88, il 92 e il 94. Un intervento all’apparenza circoscritto ma che va a incidere profondamente sulla forma di governo e sugli equilibri complessivi del sistema. La stessa premier Meloni – che in precedenza aveva già dichiarato l’intento del Governo di “cambiare l’architettura istituzionale della Nazione” – al termine del Consiglio dei ministri l’ha definita “madre di tutte le riforme”

Consiglio dei ministri: via libera a una manovra economica intorno ai 24 miliardi

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a una manovra economica che per il prossimo anno si aggira intorno ai 24 miliardi. A Palazzo Chigi sono stati esaminati a questo scopo il disegno di legge di bilancio, due decreti-legge, due decreti legislativi che attuano i primi moduli della delega fiscale e il Documento programmatico di bilancio, con la sintesi della manovra destinata alla Commissione europea. A parte quest’ultimo testo, si tratta di “schemi”, come si legge nell’ordine del giorno del Cdm, e quindi bisognerà attendere ancora prima di avere in mano i provvedimenti nel dettaglio, quelli che – dopo il passaggio al Quirinale – saranno sottoposti all’esame del Parlamento. Non prima del 26-27 ottobre, secondo le previsioni più accreditate

Decreto energia: le novità per le famiglie con i bonus benzina e riscaldamento

Il Consiglio dei ministri ha varato un primo pacchetto da 1,3 miliardi di euro, con la consapevolezza che si tratta di un intervento non adeguato e che a breve saranno necessarie nuove misure. In evidenza la proroga dei bonus per energia e carburanti (con un occhio di riguardo alle famiglie con almeno 4 figli), mentre ha fatto discutere già alla vigilia una sorta di mini-condono per gli esercizi commerciali, ben 50 mila dei quali secondo l’esecutivo sarebbero a rischio chiusura in assenza di agevolazioni fiscali per scontrini e fatture