I risultati delle elezioni del 25 settembre, insieme alla vittoria inequivocabile di Giorgia Meloni, ci consegnano un dato sulla partecipazione al voto che rappresenta un record negativo assoluto: l'astensionismo è aumentato di ben 9 punti percentuali rispetto al 2018.
È andato alle urne il 63,91% degli aventi diritto. In altre parole più di un elettore su tre non ha votato. Il partito guidato da Giorgia Meloni ottiene il 26,4% rispetto all’8,79% della Lega e all’8,11% di Forza Italia, con Noi Moderati allo 0,91% (dati relativi alla Camera quando mancano poche sezioni da scrutinare). Un esito che riconfigura profondamente gli equilibri della coalizione, tanto che non pochi commentatori osservano che bisognerebbe parlare di destra-centro e non di centro-destra
Domenica 25 settembre seggi aperti dalle 7 alle 23. Gli elettori chiamati alle urne sono circa 51 milioni (50.869.304, secondo il dossier del Ministero dell'interno consultabile online dal pomeriggio di giovedì), compresi gli italiani che votano all'estero (4.741.790). Il comune e la regione con più elettori sono rispettivamente Roma (2.055.382) e la Lombardia (7.505.133), quelli che ne hanno di meno sono la Valle d'Aosta (98.187) e Rocca de' Giorgi in provincia di Pavia (25)
Draghi ha tenuto a rimarcare che non è stato necessario fare nuovo deficit. L'indebitamento, gli ha fatto eco il ministro dell'Economia Daniele Franco, resta quello indicato a suo tempo nei documenti di programmazione (Def e Nadef) in quanto “le coperture del decreto derivano dalle maggiori entrate, dalla razionalizzazione delle poste di bilancio e dal meccanismo di compensazione applicato alle fonti rinnovabili”
Bisognerà attendere la prossima settimana per fare il punto sulle misure di sostegno contro il caro energia. I due “decreti aiuti” – il “bis” di cui è in corso la conversione in legge e il “ter” che dev'essere ancora varato dall'esecutivo – devono fare i conti con la particolare situazione politico-istituzionale provocata dalla crisi del governo Draghi e dal conseguente scioglimento delle Camere
Il 25 settembre si vota secondo la legge elettorale approvata nel 2017 e nota alle cronache come legge Rosato o Rosatellum dal nome del suo relatore di allora. È la stessa legge con cui si è votato nel 2018. Rispetto alle precedenti elezioni politiche, tuttavia, sono intervenute due novità a livello costituzionale: la riduzione del numero dei parlamentari e l'allargamento a tutti i maggiorenni del voto per il Senato (prima sussisteva il limite di 25 anni)