Si torna parlare di autonomia differenziata (o rafforzata) delle Regioni, cioè di quelle «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia» che hanno trovato spazio nell’art. 116 della Costituzione in seguito alla riforma del 2001.
Da un'analisi sintetica dei dati emerge che oltre alle caratteristiche personali dei candidati, sempre molto rilevanti sul territorio, ha giocato un ruolo decisivo la capacità degli schieramenti di presentarsi agli elettori in modo unitario. Si conferma che sia il centro-sinistra che il centro-destra vincono quando riescono a realizzare una convergenza di elettorati che in alcuni casi può anche prescindere da alleanze formali tra partiti. Resta sullo sfondo la grande questione dell'astensionismo su cui le forze politiche nazionali devono riflettere tenendo anche conto del risultato molto significativo dei candidati delle liste civiche
Nelle comunicazioni alle Camere in vista del Consiglio europeo, Mario Draghi ha ribadito che “la strategia dell'Italia in accordo con l'Ue e con gli Alleati del G7 si muove su due fronti: imponiamo sanzioni alla Russia perché Mosca cessi le ostilità e accetti di sedersi al tavolo dei negoziati”. Rivolgendosi prima ai senatori e poi ai deputati, il presidente del Consiglio ha sostenuto ancora una volta che “la sottomissione violenta e la repressione di un popolo per mano di un esercito non portano alla pace ma al prolungamento del conflitto” e il governo italiano insieme ai suoi partner “intende continuare a sostenere l'Ucraina così come questo Parlamento ci ha dato mandato di fare”
Nell'election day del 12 giugno, comunque, il dato che spicca su tutti è quello dell'astensionismo. Eclatante quello relativo ai referendum - è andato alle urne solo il 20,9%, record negativo di sempre - ma molto significativo anche quello che ha investito le comunali: partecipazione ferma a poco più della metà degli aventi diritto, 54,72% contro il 60,12 della volta precedente
La partecipazione è stata così bassa – la più bassa di sempre: il 20,9% – da esigere una riflessione schietta sia sull'istituto del referendum abrogativo in sé, sia sui quesiti al centro di questa specifica tornata.
Domenica 12 giugno seggi aperti dalle 7 alle 23 in tutta Italia per il voto su cinque referendum in materia di giustizia. Ma per circa 9 milioni di elettori distribuiti in 19 Regioni l'appuntamento è doppio: si eleggono infatti sindaci e consiglieri in quasi mille Comuni (in 4 centri della Valle d'Aosta si è già votato il 15 maggio), per un totale di oltre 17mila incarichi da assegnare. I Comuni capoluogo di provincia interessati dal voto sono 26, di questi, 4 sono anche capoluoghi di Regione
Vediamo in estrema sintesi i contenuti di questa consultazione che, come sempre per i referendum abrogativi, sarà valida se parteciperà al voto la metà più uno degli aventi diritto