“Il sistema-Italia è una ruota quadrata che non gira: avanza a fatica, suddividendo ogni rotazione in quattro unità, con un disumano sforzo ogni quarto di giro compiuto, tra pesanti tonfi e tentennamenti”.
Ora si è aperta la sessione parlamentare per approvare la legge di bilancio (rigorosamente entro il 31 dicembre) e almeno fino a febbraio non si muoverà nessuna pedina. Dopo di che, tra crisi sanitaria e crisi economica, sarebbe un rischio enorme aprire anche una crisi di governo il cui esito potrebbe diventare ingestibile. Poi ci saranno le elezioni dei sindaci nelle grandi città e a luglio inizierà il “semestre bianco” in cui il Capo dello Stato non può sciogliere le Camere. A febbraio 2022 sarà la volta proprio delle elezioni presidenziali e al completamento della legislatura mancherà solo un anno
Il Paese si trova di fronte all’“occasione irripetibile” di impostare la ricostruzione post-Covid coniugando crescita nazionale, equità sociale e coesione territoriale, con la possibilità di “gestire la transizione orientando i processi economici verso una maggiore sostenibilità intergenerazionale, ambientale e sociale”.
Parlare adesso del nuovo presidente, fosse anche per auspicare la rielezione di quello in carica, sarebbe più che una violazione del galateo istituzionale.
Il Governo non è certo esente da errori, come dimostra la vicenda surreale del commissario alla sanità calabrese. Ma è soprattutto il comportamento delle Regioni a suscitare sconcerto. È bastato qualche lieve segnale positivo in quelle più colpite perché scattasse la corsa a cambiare “colore”. Ma è sempre così. Un continuo andirivieni tra le richieste di chiusura quando da Roma si apre e di apertura quando da Roma si vorrebbe chiudere. E non sempre quel che viene dichiarato in pubblico corrisponde a quel che realmente si chiede in via riservata
Oltre le polemiche quotidiane, il tentativo della politica italiana di trovare un metodo dialogante per affrontare questa fase critica per il Paese registra qualche segnale più concreto del solito. All'origine c'è sempre la moral suasion del presidente della Repubblica che, come si ricorderà, è emersa in modo palese all'inizio di novembre nei colloqui con i presidenti dei due rami del Parlamento e i vertici della Conferenza delle Regioni. Da allora qualcosa si è messo in moto, nel dibattito pubblico come a livello parlamentare.
Il "sovranismo" ha radici sociali profonde e la stessa pandemia, che pure ha contribuito in questi mesi a oscurarne la stella, potrebbe avere conseguenze imprevedibili nel medio periodo, soprattutto al di qua dell’Atlantico. La vittoria del candidato democratico in Usa e la sconfitta del presidente uscente dividono la politica continentale e quella italiana. Il monito di Mattarella