“Persino nel pieno di questa tragica pandemia si sentono voci che spingono a comportamenti irresponsabili e sospingono quanti vogliono sottrarsi alle responsabilità collettive”. Il presidente della Repubblica ha avuto parole molto severe per chi rema contro lo sforzo immane che la comunità nazionale sta compiendo per arginare la nuova fase acuta dei contagi. Un atteggiamento che si manifesta anche con interventi pubblici – seguiti spesso da repentini ribaltamenti in base all'opportunità politica del momento – ma che percorre anche strade più subdole
Il disagio sociale è molto forte, in certi casi al limite della disperazione. Ma viene il dubbio che a protestare con maggiore veemenza non siano coloro che ne avrebbero più motivo. Fa impressione, per esempio, l'insistenza e l'energia con cui da un certo mondo imprenditoriale ci si batte contro la proroga del blocco dei licenziamenti. Si tratta di una misura emergenziale, ovviamente, e che non potrà essere prolungata all'infinito, ma tanta solerzia sembra quasi voler dire che non si aspetta altro che la rimozione del blocco per riprendere a licenziare. Per non parlare dell'esplosione delle spinte corporative, con i settori più forti (anche solo sul piano mediatico) che cercano ogni volta di accaparrarsi maggiori quote di risorse alzando la voce
Se nella prima fase era praticamente inevitabile distribuire aiuti a pioggia, adesso gli interventi di sostegno e di ristoro devono essere modulati con molto più discernimento.
L'esecutivo si trova davanti al dilemma della ricerca di un punto di equilibrio tra la lotta alla diffusione dei contagi e la tenuta delle attività sociali ed economiche. Punto di equilibrio che va ricalibrato continuamente e che rappresenta una grande sfida per tutta l'Europa: purtroppo nessun leader mostra di avere la bacchetta magica e la logica del “piove, governo ladro” non porta da nessuna parte
Il rapporto governo-opposizione resta comunque fortemente condizionato dal timore di ciascuna delle due parti di veder strumentalizzata propagandisticamente un'eventuale apertura concreta, fermo restando che una sana dialettica tra soggetti che hanno compiti diversi non è affatto incompatibile con lo spirito unitario che il momento richiederebbe. Dal governo non sono mancati messaggi anche pubblici nei confronti dell'opposizione; l'opposizione, però, contesta al governo di non essere stata ufficialmente convocata per un incontro. Ma è prima di tutto in Parlamento che si deve svolgere il confronto e l'impasse sulle riforme costituzionali svela le reali intenzioni delle forze politiche, dentro e fuori gli schieramenti: si è inceppato anche il percorso di quella sul voto ai 18enni per il Senato, l'unica in dirittura d'arrivo, che sembrava destinata ad essere approvata con un larghissimo consenso trasversale. E invece è diventata un caso politico che agita le acque all'interno della stessa maggioranza
Se lo spirito di fazione prevale sistematicamente sull'interesse comune e sui valori che fondano la comunità nazionale, alla lunga una democrazia non può reggere.
Mentre nel mondo e in casa nostra c'è chi ha negato e continua a negare l'evidenza – e purtroppo in questa operazione culturalmente distruttiva si sono distinti leader nazionali e internazionali – anche in Italia le istituzioni hanno compiuto i primi, necessari passi per rialzare il livello di impegno a fronte di una nuova fase acuta dei contagi da Covid. Finora il nostro Paese ha retto meglio di altri grandi partner europei, ma ormai i numeri sono tali da richiedere un potenziamento delle misure che erano state parzialmente allentate nella fase calante della diffusione del virus. Come ha sottolineato il premier Conte, è giusto farlo "con proporzionalità"
Il nuovo provvedimento varato dal Consiglio dei ministri si occupa prevalentemente del fenomeno migratorio ma contiene anche altre norme in tema di prevenzione e di sicurezza