Gli italiani saranno chiamati tra aprile e giugno a votare cinque referendum abrogativi: quattro sul lavoro, legati al Jobs Act, e uno sui requisiti per la cittadinanza. Esclusa invece la consultazione sull’autonomia differenziata, dichiarata inammissibile dalla Corte costituzionale per mancanza di chiarezza sul quesito. La Consulta ha ribadito che il tema richiede una revisione costituzionale. Gli altri quesiti, promossi da Cgil e +Europa, puntano a modificare norme su cittadinanza, contratti e licenziamenti
“Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare”: questo il nome tecnico del disegno di legge costituzionale approvato in prima lettura dalla Camera, una riforma che passa sotto il titolo corrente di “separazione delle carriere”. Separazione tra i magistrati “giudicanti” e quelli “requirenti”, tra chi emette sentenze e i pubblici ministeri, insomma. Il ddl modifica a questo fine il titolo IV della Costituzione.
Il presidente della Repubblica ha denunciato il “grave rischio” rappresentato dalla “concentrazione in pochissime mani di enormi capitali e del potere tecnologico”
Nel testo varato dal Consiglio dei ministri, uno zibaldone in cui c’è di tutto, compaiono elementi di notevole e non provvisoria rilevanza. Per esempio viene stabilito un condono definitivo per le multe comminate a chi non ha rispettato gli obblighi di legge relativi alla vaccinazione anti-Covid