Quasi due milioni le famiglie residenti in Italia che si trovano in stato di indigenza, è il valore più alto registrato dall'inizio della (breve) serie storica.
Erano chiamati alle urne poco meno di 7 milioni di elettori, ma ai seggi è andato il 61,2% degli aventi diritto, contro il 67,2 della precedente consultazione. Come sempre accade nelle tornate amministrative, i fattori locali hanno una forte incidenza, così come il crescente fenomeno delle liste civiche.
Nel Paese l’attesa è elevatissima e l’esecutivo può godere anche di quel favore dell’opinione pubblica (la cosiddetta “luna di miele”) che nei momenti iniziali travalica i confini degli schieramenti politici. Appuntamenti e scadenze incalzano. A livello internazionale si parte subito con il G7 in Canada (8-9 giugno). Segue a stretto giro un Consiglio europeo di importanza cruciale (28-29 giugno) in cui tra l’altro si discuterà di immigrazione e bilancio Ue. A luglio (11 e 12) arriva il vertice Nato, con il governo italiano sotto osservazione per le sue posizioni oscillanti in politica estera
Dopo i continui colpi di scena e i continui rovesciamenti di fronte dei quasi tre mesi che sono passati dal voto del 4 marzo, stavolta non ci possono essere più sorprese né cambiamenti di idea. Un governo politico che più politico non si può, visto il ritorno alla grande del ruolo dei partiti e la presenza come vicepremier dei due leader, Luigi Di Maio e Matteo Salvini (che saranno anche ministri, il primo al Lavoro, il secondo all'Interno).
“Non faccio le affermazioni di questa sera a cuor leggero. Anche perché ho fatto tutto il possibile per far nascere un governo politico. Nel fare queste affermazioni antepongo, a qualunque altro aspetto, la difesa della Costituzione e dell'interesse della nostra comunità nazionale”.
Ha 54 anni, è nato a Volturara Appula, in provincia di Foggia, ma da bambino ha vissuto anche a San Giovanni Rotondo, dove il padre si era trasferito per lavoro. Separato e con un figlio di dieci anni, vive a Roma, dove esercita la professione forense. Ha la cattedra di diritto privato all'università di Firenze ed è docente anche presso la Luiss
Chi conosce la storia umana e politica di Sergio Mattarella non ha mai avuto dubbi sulla sua capacità di interpretare al meglio la responsabilità che gli è stata affidata, con un ancoraggio saldo e convinto alla Costituzione, riuscendo a trovare nella Carta – che pure compie settant'anni – gli strumenti per affrontare una crisi politica dai caratteri radicalmente inediti.
Non è inutile ricordare i tentativi compiuti dal Colle per sondare sistematicamente le diverse possibilità. Si è iniziato con due giri di consultazioni con tutti i soggetti in campo compiuti in prima persona dal Capo dello Stato.
Non ci saranno proroghe, come pure qualcuno aveva ipotizzato alla vigilia. E' il presidente della Repubblica che ha la responsabilità costituzionale di gestire la formazione del nuovo governo.