Idee
Berlusconi e Padova, da una canzone scoccò “la scintilla”
Il leader di Forza Italia morto a 86 anni Dai suoi legali a Elisabetta Gardini, i legami con la città del Santo e le pedine politiche su tutto il Veneto
Il leader di Forza Italia morto a 86 anni Dai suoi legali a Elisabetta Gardini, i legami con la città del Santo e le pedine politiche su tutto il Veneto
«Anch’io sono figlio di un tram. I miei genitori, a Milano, si davano appuntamento alla fermata di un mezzo». Così disse Silvio Berlusconi, allora presidente del Consiglio, nel tardo pomeriggio del 7 giugno 2004, quando tenne a battesimo a Padova il metrobus voluto dal sindaco Giustina Destro. Ma quel giorno il tram sperimentale, fiore all’occhiello della campagna elettorale, percorse soltanto 50 metri e Flavio Zanonato si riprese la fascia tricolore. Certo, c’è sempre stato un forte legame tra Padova e il Cavaliere. Fin dal 1956 quando con il nome d’arte di Silvio Glori si presentò al Pedrocchi per partecipare al concorso per voci presentato da Vittorio Salvetti, al quale parecchi anni dopo “sua emittenza” avrebbe proposto di trasferire il Festivalbar da Raidue a Canale 5. Quella volta non andò benissimo: interpretando un pezzo di Charles Trenet, Berlusconi arrivò trentunesimo su trentadue cantanti. Ma lui seppe cogliere il lato positivo: «Io non arrivo mai ultimo». Alla fine degli anni Settanta Berlusconi collabora con Giorgio Pinton, fondatore di Rtr, Radio televisione regionale, l’emittente che vede il debutto televisivo Elisabetta Gardini (che poi sarà lanciata in politica da Forza Italia) e che all’inizio del 1980 ritrasmette “I sogni nel cassetto”, un quiz condotto da Mike Bongiorno e prodotto da Tele Milano 58. A Portofino, nel 1981, Berlusconi conobbe un altro padovano, originario di Tombolo, Ennio Doris. Nel febbraio 1982 nascerà la società Programma Italia, posseduta pariteticamente dal gruppo Fininvest e dallo stesso Doris, che tre anni dopo diventerà Mediolanum Spa. A un padovano dell’Arcella, Giancarlo Galan, dirigente di Publitalia, alla fine del 1993 il Cavaliere chiese di dargli una mano a costituire il partito-azienda, Forza Italia, prima sede in piazza Eremitani. Nel 1995 Berlusconi gli affidò il compito di conquistare la Regione Veneto: e Galan, dopo la sfida con il professor Ettore Bentsik, divenne, a 38 anni, Doge a Palazzo Balbi, dove rimase in sella in laguna per tre legislature, fino al 2010. Il 14 maggio 2003 il Cavaliere ebbe la soddisfazione di presiedere la posa della prima pietra del Mose, “opera indispensabile per la salvaguardia di Venezia”. Domenica 8 febbraio 2009 il Cavaliere fu in prima fila, definendolo “opera storica”, all’inaugurazione del Passante di Mestre. Nel 2008, al suo terzo arrivo a Palazzo Chigi, il fondatore e presidente di Forza Italia aveva saputo individuare nel quarantenne leghista Luca Zaia un ministro delle Politiche agricole dal sicuro avvenire. Nel novembre 2010 venne a Vicenza e a Padova, con Umberto Bossi, all’epoca ministro delle Riforme, per incontrare i sindaci e i cittadini delle zone colpite dall’alluvione. «Da presidente del Consiglio non ha esitato ad arrivare nel territorio, a stanziare ben 300 milioni di euro per chi era stato colpito» sottolinea Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale . A Padova, nel 1998, Silvio Berlusconi aveva trovato anche i suoi legali, Piero Longo e Niccolò Ghedini, quest’ultimo scomparso a soli 62 anni il 17 agosto 2022: li volle con sé anche in Parlamento. E nella città del Santo individuò la prima donna chiamata, nel 2018, a presiedere il Senato, seconda carica dello Stato: «Sono in Forza Italia dal 1994 – ricorda Maria Elisabetta Alberti Casellati, ora ministro delle Riforme – Piango un amico, un maestro, un punto di riferimento. Un uomo che ha dedicato all’Italia tutta la sua vita».
Nel 1999, in piena “traversata del deserto” dopo la batosta delle Politiche del 1996, Forza Italia realizza a Padova il “triplete” conquistando Palazzo Moroni con Giustina Destro (consacrata candidata sindaco nella sede di vicolo Cigolo, eletta con una civica che poi traslocherà tra gli azzurri) e Palazzo Santo Stefano con l’ex Dc Vittorio Casarin. Quando la Destro non sarà rieletta sindaco, Berlusconi la chiamerà in Parlamento.