Fatti
Busiago di Campo San Martino. Il bosco coltiva la memoria
Un parco urbano di 5.600 metri quadri sarà inaugurato a giugno. Non solo un polmone verde, ma il recupero del patrimonio naturalistico del luogo
Un parco urbano di 5.600 metri quadri sarà inaugurato a giugno. Non solo un polmone verde, ma il recupero del patrimonio naturalistico del luogo
Busiago di Campo San Martino avrà presto un proprio parco urbano. Si tratta di uno spazio di 5.600 metri quadri a lato del cimitero, che nelle intenzioni dell’amministrazione comunale sarà inaugurato a giugno. Lo scopo, al di là di creare un polmone verde e una piccola oasi di calma e pace, è soprattutto quello di conservare la flora tipica del posto. «Verranno messe a dimora circa 200 piante diverse, scelte tra quelle caratteristiche dei boschi di pianura di un tempo – spiega l’assessore ai lavori pubblici Marco Bisarello, tra i principali curatori del progetto – Dai gelsi ai cipressi appena piantumati in doppio filare, passando per gli “stroppari”, gli olmi, i platani e altre ancora, tutte serviranno a recuperare un patrimonio naturalistico un tempo molto diffuso. Prima, cioè, della forte crescita urbana che ha cambiato il volto al territorio». Il nuovo parco sarà accessibile dal parcheggio del cimitero o dal marciapiede lungo via San Lorenzo, la strada principale del paese, attraverso vialetti di ghiaino che lo suddividono in zone interne. Una volta definitivamente fruibile, sarà utilizzabile anche a scopo didattico per insegnare e far ricordare alle nuove generazioni i nomi degli alberi: «Vogliamo agire sulla memoria collettiva, partendo dai bambini, ma nel contempo facendo capire a tutti l’importanza di queste iniziative per l’ecosistema. Si tratta di accompagnare tutta la comunità verso una nuova consapevolezza, che porti al rispetto per la natura del territorio. Il tutto in un percorso che valorizzi quanto siano delicati e importanti gli equilibri ambientali, spesso non considerati nei processi di urbanizzazione». Nonostante qualche atto di maleducazione, come quello di alcuni adolescenti che hanno utilizzato i sentieri interni del parco come pista da quad, poi individuati. Alle spalle c’è un contributo di circa 38 mila euro da parte della Fondazione Cariparo, più una restante somma corrisposta dal Comune. La stessa Fondazione, negli ultimi due anni, ha finanziato altri 25 progetti analoghi nella provincia di Padova.