Lo statistico Roberto Volpi esorta a non cadere nell'errore di credere che l'aumento delle coppie di fatto compensi il calo vertiginoso dei matrimoni, sia civili che religiosi. E avverte: se continua a crescere il fenomeno delle "coppie di fatto non conviventi", nel giro di tre o quattro decenni la famiglia formata da un uomo e una donna con figli è destinata a sparire.
Lo storico Massimo Faggioli: «Le due celebrazioni del Sinodo a un anno di distanza ricordano per dinamica le intersessioni conciliari, ovvero il periodo gennaio-agosto che intercorse tra le quattro sessioni del Concilio Vaticano II: in quelle intersessioni i documenti discussi dai vescovi a Roma ricevettero contributi essenziali per la loro maturazione».
Il primo sinodo sulla famiglia si è concluso approvando la “relazione finale” a maggioranza assoluta, ma sui temi riguardanti i divorziati risposati e le coppie gay non ha raggiunto la maggioranza qualificata dei due terzi necessaria per l’approvazione. Si tratta per ora di orientamenti, non di decisioni.
Tre i punti – i numeri 52, 53 e 55, relativi all'accesso dei divorziati risposati all'Eucaristia, alla proposta della "comunione spirituale" e alle unioni omosessuali – che non hanno ricevuto la maggioranza qualificata. L'attenzione ai matrimoni civili e «fatte le debite differenze, anche alle convivenze». Dal papa l'incoraggiamento a proseguire nel discernimento spirituale in vista del Sinodo ordinario.
Il dibattito tra i padri sinodali si è scaldato fino a farsi sempre più partecipativo e appassionato. Al centro della riflessione, la questione dell'accesso all'eucaristia per i divorziati risposati e le proposte per accelerare le dichiarazioni di nullità dei matrimoni. Analizzata anche la "procedura amministrativa" per la nullità mediante la dichiarazione diretta del vescovo diocesano.
Sinodo sulla famiglia: ribadita dai padri sinodali la necessità di "riconoscere elementi positivi anche nelle forme imperfette che si trovano al di fuori" del matrimonio sacramentale. Risuonata l'urgenza di "scelte pastorali coraggiose" su separati, divorziati non risposati, divorziati risposati. Per le persone omosessuali ("hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana"), la chiesa deve essere "casa accogliente".
Il papa ha indicato lo stile sinodale, improntato alla "parresia" evangelica. Nella relazione del cardinale Péter Erdő affrontati tutti i nodi culturali e pastorali sui quali i padri sinodali si confronteranno. Dalle convivenze che hanno sostituito il matrimonio alla posizione dei divorziati risposati civilmente. Nella consapevolezza, però, che c'è «un patrimonio di fede chiaro e ampiamente condiviso».
Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e segretario speciale del Sinodo, chiarisce: «Nella chiesa ortodossa non c'è un secondo o terzo matrimonio: c'è solo il primo, e dopo il primo il sacerdote dà una benedizione che non ha valore sacramentale, ma soltanto di invito alla penitenza… È una prassi condivisibile». E ancora: «I divorziati risposati sono battezzati, sono figli della chiesa, che la chiesa ama».
Il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, a proposito del dibattito sulla comunione ai divorziati: «Io mi domando perché non parlare anche della poligamia, dei matrimoni combinati, dei matrimoni misti, delle povertà di ogni tipo che creano spesso le condizioni per separazioni, divorzi, fallimenti?». Occorre «trasmettere ai giovani la bellezza del vangelo della famiglia».