Sacerdoti derisi, sospettati, insultati. I casi di violenza e pedofilia nella Chiesa si fanno inevitabilmente sentire anche su chi è rimasto sempre fedele a Dio come sacerdote e fedele alla sacralità di ogni vita come uomo. Ma come superare vergogna e offese? Con quale stato d'animo i preti affrontano questa terribile crisi nella Chiesa? Se ne è parlato molto, a margine di un ritiro internazionale di sacerdoti che si è svolto alla fine di settembre nel santuario d’Ars. “Sappiamo che la gente sa fare la differenza”, dice padre Patrice Chocholski, rettore del santuario: “Ma gli orrori commessi da sacerdoti fuorvianti cadono come un peso enorme sulle spalle di tutti i sacerdoti”
“Nonna, ti chiamavo per chiederti una cosa: 'Tu, con la tua esperienza, con tutto quello che hai vissuto, se oggi potessi dire qualcosa ai giovani, che cosa diresti?'”. Mi ha un po’ spiazzato la sua risposta. “Siate più attenti alla vostra vita! C’è bisogno di rivolgersi di più a Gesù! Vivete in un brutto mondo in cui non si capisce niente! Non siate distratti!”. Penso per un momento alle pubblicità che ogni tanto mi trovo davanti quando, raramente, trovo del tempo per guardare un po’ di tv. In tutte, o quasi, gli anziani sono “strumentalizzati” per vendere qualcosa che supplisca alle loro fragilità
Papa Francesco ha aperto il Sinodo con un'omelia incentrata su due verbi - sognare e sperare - per "guardare direttamente il volto dei giovani", senza lasciarsi condizionare da "profeti di sventura" o da "errori e peccati" anche di figli della Chiesa. No ad "autopreservazione e autoreferenzialità", sì allo sguardo profetico di Paolo VI e alla sua fiducia nei giovani, che la Chiesa non può lasciare nelle mani dei "tanti mercanti di morte". Nell'ampio discorso di apertura, durato più di mezz'ora e lungamente applaudito, un "grazie" ai giovani e l'invito a dialogare tra le generazioni uscendo da pregiudizi e stereotipi. Perché il risultato del Sinodo non è "solo un documento"
Solitudine, competizione, insicurezza. “Se un giovane perde la speranza, ha perso tutto”, dice monsignor Lazzaro You Heung-Sik, vescovo di Daejeon (Corea), membro di nomina pontificia del Sinodo dei vescovi sui giovani che avrà inizio il 3 ottobre. “Leggendo l’Instrumentum Laboris – confessa - ho fatto un esame di coscienza. Quanto abbiamo ascoltato i giovani in questi anni? Ho come l’impressione che fino ad oggi noi adulti, noi vescovi, abbiamo sempre parlato ai giovani dando loro indicazioni e insegnamenti. E questa cosa i giovani non la accettano”
"L’attenzione del Successore di Pietro oggi si dirige esattamente su questi segnali dell’agire diabolico e se Papa Francesco insiste tanto a metterci in guardia contro le mancanze di carità e di misericordia è perché su questi fronti il diavolo ce le sta suonando ben bene". Così padre Francesco Bamonte, presidente dell'Associazione internazionale esorcisti, all'indomani dell'invito del Santo Padre alla preghiera
Al Sinodo dei vescovi sui giovani (3-28 ottobre) saranno presenti anche vescovi provenienti dal Medio Oriente. Tra loro mons. George Wadih Bacaouni, arcivescovo melkita di Haifa e pro-presidente dell’Assemblea degli Ordinari cattolici di Terra Santa che al Sir parla delle sfide dei giovani di Terra Santa. Un quadro fatto di luci e di ombre che non minano l'ottimismo e la speranza del presule che dice: "il Sinodo potrebbe essere un tempo profetico nel quale cercare di vedere come rimettere Cristo, e il bene dei giovani, al centro della missione della Chiesa”. La sfida più grande dei giovani di Terra Santa? "Restare fedeli a Cristo!".
Tra le figure che avranno un ruolo chiave al Sinodo, c’è senza dubbio il cardinale Sérgio da Rocha, arcivescovo di Brasilia e presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), nominato dal Papa relatore generale dell’Assemblea sinodale. Un compito centrale, di sintesi e coordinamento, soprattutto nella stesura del documento che sarà sottoposto alla votazione finale
Il card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, conferma di essere un sostenitore del diaconato femminile: il cardinale ha ribadito la sua apertura nel dibattito sul diaconato delle donne ricordando che c’erano diaconesse nella chiesa primitiva e in alcune chiese orientali esistono ancora oggi.
"Se l’Accordo mira a mettere in comunione il Papa con tutti i vescovi che sono in Cina, questa è la premessa per cui tutti i cattolici cinesi possono sentirsi in comunione con il Papa e, quindi, riconciliati tra loro, perché uniti allo stesso Capo della Chiesa universale.