Con papa Francesco prendiamoci cura della «casa comune»

In 192 pagine, 6 capitoli, 246 paragrafi, papa Bergoglio disegna un vero e proprio manifesto-appello a 360° per "unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale", a partire dalle «drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo». L'impegno della chiesa ortodossa per le questioni legate alla custodia del creato. La prospettiva di una «ecologia integrale».

Da Sarajevo l’urlo del papa contro ogni guerra

Il papa in Bosnia Erzegovina, il moloch figlio degli accordi di Dayton, incontra i rappresentanti croato, serbo e bosgnacco e sottolinea che il paese ha un posto in Europa. Il suo "mai più la guerra" risuona nello stadio di Kosevo dove chiede di non essere "predicatori di pace", quanto piuttosto "operatori di pace, cioè coloro che la fanno". Rivendicato il ruolo delle religioni nel percorso di riconciliazione.

Sarajevo attende il papa della fiducia tra le religioni

Mancano poche ore all'arrivo di papa Francesco in Bosnia e Erzegovina. Ifet Mustafic, consigliere per le relazioni interreligiose della comunità islamica: «È il tempo di ricominciare a fidarsi gli uni degli altri». Mons. Luigi Pezzuto, nunzio apostolico in Bosnia Erzegovina: «Il papa non viene solo per i cattolici ma per incentivare il dialogo… È positivo che si intendano i capi, ma coinvolgere la società civile lo è altrettanto».

«Contro corrente, con sensibilità ecclesiale»

Francesco ha aperto i lavori della 68° assemblea generale della Cei. Il grazie per la scelta del tema: l'Esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Dopo di che ha enumerato i punti cardine della «sensibilità ecclesiale», senza trascurare i limiti da superare per meglio conformarsi alla vocazione di «consolare il popolo». Forte invito a sconfessare e sconfiggere «la mentalità di corruzione pubblica e privata».

I rabbini d’Europa col papa: antisemitismo e violenze sui cristiani, condanna unanime

«Ogni cristiano – ha detto Francesco – non può che essere fermo nel deplorare ogni forma di antisemitismo, manifestando al popolo ebraico la propria solidarietà». Il rabbino francese Moché Lewin sui cristiani d'Oriente: «Deve essere condannata con forza ogni forma di persecuzione. Chiedere ai governi di agire per fermare questo massacro perché se si lascia fare, si rischia di arrivare al genocidio».

Il Novecento insanguinato di Turchia, Cambogia, Ruanda e Bosnia

Per papa Francesco ricordare «è necessario, anzi, doveroso, perché laddove non sussiste la memoria significa che il male tiene ancora aperta la ferita». Il Genocidio armeno (1915-1923), la Cambogia di Pol Pot (1975-1978), la strage in Ruanda (1994) e la pulizia etnica in Bosnia (1990-1999).Per leggere il servizio iscriviti gratuitamente al sito.

«Crocifissi per la fede con il nostro silenzio complice»

Parole forti del papa nella sua meditazione. Chiamati a portare la croce, testimoni dai luoghi del dolore: Siria, Nigeria, Iraq, Egitto, Cina, Terra Santa, oltre agli italiani. Nei testi di Renato Corti, vescovo emerito di Novara, ad ogni stazione «sentimenti e pensieri che hanno potuto abitare nella mente e nel cuore di Gesù», oltre al lasciarsi «interpellare da alcune situazioni di vita».

«Come uno schiavo, Gesù lava i nostri piedi»

«Gesù lava come uno schiavo i nostri piedi, i piedi dei discepoli». Lo ha detto il Papa, nell’omelia della messa in Coena Domini al carcere romano di Rebibbia, sottolineando che durante l’ultima cena Gesù «fa un gesto che non capivano, lavare i piedi: era uso, era un’abitudine, perché la gente quando arrivava in una casa aveva i piedi sporchi dalla polvere del cammino». Guarda le immagini della fotogallery