Mons. Maksym Ryabukha, vescovo dell'esarcato greco-cattolico di Donetsk: “Quando sono stato ordinato vescovo, nei primi giorni del mio servizio pastorale, ho cercato di visitare le parrocchie nei territori dell’esarcato di Donetsk che coprono Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Dnipro. In uno di questi viaggi, mentre ero sulla strada, mi squilla il cellulare e noto che la chiamata arrivava da un numero sconosciuto. Ho preso il telefono e sento: “Sono il Santo Padre”.
Mons. Maksym Ryabukha, vescovo dell'esarcato greco-cattolico di Donetsk: “Quando sono stato ordinato vescovo, nei primi giorni del mio servizio pastorale, ho cercato di visitare le parrocchie nei territori dell’esarcato di Donetsk che coprono Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Dnipro. In uno di questi viaggi, mentre ero sulla strada, mi squilla il cellulare e noto che la chiamata arrivava da un numero sconosciuto. Ho preso il telefono e sento: “Sono il Santo Padre”.
Il direttore de L'Osservatore Romano al Sir: "La vera sfida è stata fornire ai lettori le chiavi di lettura di questo pontificato. Amava ripetere le cose per accompagnare il popolo"
La valigia del prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede è piena di ricordi di Papa Francesco che restano nel cuore. Li confida al Sir, in un'intervista che ripercorre a tutto tondo il rapporto speciale di Bergoglio con la comunicazione e i comunicatori. "In un tempo di disintermediazione come il nostro, era convinto di aver bisogno anche di noi giornalisti per comunicare il messaggio del Vangelo"
La diocesi di Asti e il paese d’origine dei nonni di Papa Francesco vivono con discrezione e affetto il ricordo del Pontefice. Il vescovo Prastaro: “Papa della gioia e della semplicità”. Il sindaco Balliano: “Un dolore familiare”. La cugina Carla, testimone silenziosa
Per Bergoglio il dialogo tra le generazioni è il segreto per declinare il presente e il futuro nel segno della speranza. “Nulla vale la vita di un bambino”, il monito sull'infanzia negata dalle bombe o dall'egoismo dilagante degli adulti
La politica, nel pensiero di Francesco, dev’essere fraterna, intendendo la fraternità in campo politico non in maniera intuitiva o affettiva, ma come un principio regolatore dei progetti politici
L’icona di questo cambiamento potrebbe essere individuata nelle sue scarpe nere, nella sua semplicità disarmante. Ha scelto di parlare non (solo) con i concetti, ma (soprattutto) con i gesti