È stato il giorno della festa della minuscola comunità cattolica egiziana, quello di ieri al Cairo. L'incoraggiamento e l'invito di Papa Francesco ai cattolici a essere "locomotore" dell'Egitto sui binari della carità e del perdono, difendendo e vivendo la cultura dell’incontro, del dialogo, del rispetto. "L’unico estremismo ammesso per i credenti è quello della carità" ha ribadito il Pontefice. Le sette tentazioni da rifuggire per essere "operatori di concordia e costruttori di ponti".
“Al Salamò Alaikum! La pace sia con voi!”. Così Papa Francesco saluta il “caro popolo d’Egitto” in un videomessaggio in occasione dell’imminente viaggio apostolico (28-29 aprile 2017).
“Pensiamo alla crudeltà, la crudeltà che oggi si accanisce sopra tanta gente, lo sfruttamento della gente… La gente che arriva in barconi e poi restano lì, nei Paesi generosi, come l’Italia, la Grecia, che li accolgono, ma poi i trattati internazionali non lasciano… Se in Italia si accogliessero due migranti per municipio, ci sarebbe posto per tutti”.Così Papa Francesco, prima di andare via dalla basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, dove sabato si è svolta la preghiera per i “nuovi martiri”, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio.
Il Cristo risorto si fa compagno di strada, con “le ferite del suo amore misericordioso”, “ci attira sulla sua via, via della vita”, cerca quanti sono smarriti, e “prende sulle spalle tanti nostri fratelli e sorelle oppressi dal male nelle sue diverse forme”.
“Dio ama così! Fino alla fine. E dà la vita e per ognuno di noi, e si vanta di questo, e vuole questo perché lui ha amore”. Lo ha detto il Papa, nell'omelia pronunciata questo pomeriggio interamente a braccio - e trasmessa in differita da Radio Vaticana - nel carcere di Paliano, dove ha celebrato la Messa in Coena Domini e lavato i piedi a 12 detenuti.