Giornata intensissima quella vissuta da Francesco. Dopo il prologo a Pompei, eccolo a Scampia. Poi un lungo, interminabile corpo a corpo, con un popolo entusiasta al quale non si è mai sottratto: «Siamo tutti napolitani…». Il "miracolo" del sangue di San Gennaro che si è liquefatto. L’inconfondibile augurio: «E ca a’ Maronna v’accumpagne!». Il saluto, uno a uno, di tutti i 120 detenuti a Poggioreale.
Sempre simpatici e incisivi i neologismi di papa Francesco. Chi non ricorda il suo appello a essere “perdonatori”? Oppure l’invito alla chiesa a essere “facilitatrice” e non controllore della fede? In questi giorni nella consueta omelia di casa Santa Marta il papa ne ha creato uno nuovo. Ha parlato di alibi “spiegativo” delle nostre mancanze, dei nostri peccati.Per leggere il servizio iscriviti gratuitamente al nostro sito.
«Ho pensato spesso a come la chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale». Così papa Francesco ha annunciato l’Anno santo della misericordia, che inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo.
La scrittrice, «cattolica un po' anomala» come lei stessa si definisce, ha uno sguardo positivo sul grande appuntamento che la chiesa, e non solo, è chiamata a vivere: «Tutti abbiamo bisogno di misericordia: tutti, credenti o non credenti, possiamo offrire o ricevere misericordia, cioè possiamo partecipare al Giubileo in senso attivo o passivo».
Nel messaggio per la quaresima di quest'anno papa Francesco invita a considerare la preghiera come un mezzo efficace al fine di superare la tentazione dell’indifferenza e della durezza del cuore, dove potrebbe cadere chi si trova nel comodo e nella tranquillità. L'invito a porre gesti di carità.
Ricorre oggi il secondo anniversario del papato di Jorge Mario Bergoglio. Il fondatore della comunità di Bose, Enzo Bianchi riflette sui gesti e le parole di papa Francesco: «Ha una tale passione per il vangelo e per l’imitazione – questo è il termine corretto – del Gesù uomo in tutti i suoi atteggiamenti, che cerca di ripeterne i gesti, quegli stessi gesti che scandalizzano oggi come ieri».
Padre Paolo Gurini, camilliano, 45 anni, 26 di professione religiosa. Da nove anni è a Padova, dove si occupa della pastorale giovanile nella parrocchia – appunto – di San Camillo de’ Lellis e in ospedale del sostegno spirituale ai malati presenti nei reparti di chirurgia e pneumologia.