Ecco il vero volto di sant’Antonio

Presentata in una conferenza nell'ambito del Giugno antoniano la ricostruzione in 3D del vero volto del Santo. Un lavoro lungo che ha coinvolto il Centro studi antoniani, il museo di antropologia dell'università di Padova, l'Arc-team Archaeology di Cles (Trentino), il Centro di tecnologia dell'informazione Renato Archer di Campinas nello stato di San Paolo in Brasile e il laboratorio di antropologia e odontologia forense dell'università di San Paolo. Il risultato sconvolge perché spoglia il volto del Santo delle molte sovrastrutture culturali che si sono create lungo i secoli.  

Sinodo sulla famiglia/8* La relazione famiglia-persona

“The last but not the least” come dicono gli inglesi, cioè “ultima ma non meno importante” tra le tematiche presenti nel questionario preparatorio inviato alle chiese locali in vista del sinodo sulla famiglia dell’ottobre prossimo, è la relazione tra la famiglia e la persona. I quesiti riguardano sostanzialmente quanto la fede incida o meno nel vissuto della vita familiare.

Passo dopo passo sulle tracce del santo

Il cammino che segna questa edizione del Giugno antoniano è anzitutto un percorso reale, anzi una serie di percorsi che i pellegrini del Santo sono invitati a sperimentare proprio in occasione della festa. Si è cominciato già sabato 31 maggio con la tradizionale marcia notturna dei giovani che hanno compiuto “L’ultimo cammino” percorso dal santo, dal santuario del Noce di Camposampiero all’Arcella e da qui al Santo. 

L’archivio “ritrovato” della veneranda Arca

Il programma degli incontri culturali del Giugno antoniano si è aperto martedì 3 giugno con un convegno di studi intitolato “Carte, uomini e istituzioni nell’archivio della Veneranda arca del Santo”. La giornata di studi si inserisce nell’inventariazione, giunta ormai alla fase conclusiva, dell’archivio dell’Arca, un patrimonio di straordinario valore che viene finalmente restituito alla città.

Uomini coraggiosi invocano la pace per il Medio Oriente

Sullo sfondo di San Pietro, Papa Francesco, Shimon Peres e Mahmoud Abbas, pregano per un futuro di pacificazione per i propri popoli e per tutta l'area. Con loro il Patriarca Bartolomeo. Ognuno ha pregato nella propria lingua seguendo l'ordine cronologico delle religioni, ebrei per primi, cristiani e musulmani. Poi hanno piantato un ulivo a sancire il comune desiderio di pace di israeliani e palestinesi

Il vescovo: «Portiamo il vangelo di amore e di pace nel cuore della città»

Da Antonio viene il messaggio e l’invito ai credenti per le impegnative sfide che oggi sono chiamati ad affrontare perché il vangelo sia autentica forza di liberazione e di promozione umana. Così il vescovo Mattiazzo nel suo messaggio in occasione delle festività in onore di sant'Antonio in questo 2014. E poi prosegue: «Nella sua predicazione il Santo ha criticato la violenza e il dispotismo, ha combattuto l’usura, si è opposto all’oppressione, ha promosso la concordia e la pace. Padova ha raggiunto grandi risultati in campo accademico e sanitario, ed è ricca di persone oneste e impegnate. Ma è anche una città che invecchia rapidamente. Affidiamo il sindaco e l’amministrazione alla protezione di sant'Antonio, perché svolgano con rettitudine il loro incarico a servizio del bene comune in un periodo di grandi cambiamenti».

La preghiera per la pace rinsalda la buona politica

In Giordania, in Palestina e in Israele papa Francesco ha mostrato una grande compassione verso coloro che da troppo tempo convivono con la guerra e hanno il diritto di conoscere finalmente giorni di pace. Da questo sentimento è nato l'invito rivolto ad Abu Mazen e a Shimon Peres di ritrovarsi insieme nella casa del papa a pregare per la pace domenica 8 giugno.

Noi tutti “siamo” comunicazione

Papa Francesco nel suo messaggio per la 48ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali ci propone una rivoluzione copernicana: «La comunicazione è, in definitiva, una conquista più umana che tecnologica». Poi il messaggio ci dice qualcosa su "chi è l'uomo", sulla sua ontologia. Possiamo riassumerlo così: l'uomo ė un essere comunicante, e la comunicazione si realizza nella prossimità. Infine con l'icona del Samaritano ci dice che comunicare è prima di tutto incontrare.