La proposta di legge popolare, promossa da Legautonomie, Scuola delle buone pratiche di Terre di mezzo e circa 600 comuni è vicina alla meta. Il testo e le firme saranno consegnate alla Corte di cassazione il 9 aprile.
La commissione Nuovi stili di vita lancia un documento con quattro proposte rivolte alle parrocchie della diocesi e non solo. Obiettivo: rendere i cristiani consapevoli che l'azzardo non è compatibile con la loro fede e che esistono dei comportamenti che aiutano a "liberarsi".
La campagna contro le slot machine nei locali pubblici ha coinvolto in 4 mesi più di 30 città e migliaia di persone. Il 10 maggio assemblea nazionale. Intervista all’economista Luigino Bruni che l’ha promossa. La finanza? Si può ancora curare, ma l’azzardo va estirpato.
I dati della ricerca di Gruppo Abele, Auser e Libera. Preferiti il Lotto e i Gratta e vinci. I giocatori patologici arrivano a spendere anche migliaia di euro a volta.
In tre anni si è passati da 2 mila a oltre 7 mila persone in cura, ma sono 200 mila quelli bisognosi di cure. L’allarme del portavoce di Federserd, Lucchini: «In 5 anni arriveremo a quota 50 mila. Servono 80 milioni per potenziare i servizi».
I sei comuni e le 17 parrocchie del vicariato insieme a sostegno della proposta di legge della Scuola delle buone pratiche. Dopo le messe già raccolte quasi 1.600 firme.
Interventi di varia natura: dal contrasto delle dipendenze da gioco al numero e distanza delle sale gioco rispetto a scuole, chiese e oratori; da percorsi educativi alla formazione specifica sulla natura dei diversi giochi e sulle reali possibilità di vincere. Mentre lo stato lucra con le tasse sui giochi e poi inserisce la ludopatia tra le malattie cui assicurare i "Livelli essenziali di assistenza".
Non è l'unica contraddizione. Basti pensare che l'Italia ha legalizzato queste pratiche, ma poi deve provvedere alla cura dei malati di ludopatia che si contano in 790mila. Nei territori adottate norme restrittive, ma si attende una norma nazionale che unifichi i provvedimenti di prevenzione. Una radiografia delle decisioni adottate dalle regioni italiane.
«Noi cristiani dobbiamo cavalcare la profezia e avere il coraggio di andare controcorrente. Dobbiamo ricordarci che i migranti sono uomini e anche per loro Cristo è morto. La profezia è sempre scomoda. Dobbiamo renderci conto che il Vangelo ci chiede di schierarci sempre dalla parte degli ultimi». Così monsignor Francesco Montenegro, in vista della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che la Chiesa celebra in tutto il mondo il 19 gennaio.