In duecentomila hanno partecipato alla Giornata del 21 marzo – promossa da Libera e da Avviso pubblico – tenutasi a Bologna e che ha avuto come slogan "La verità illumina la giustizia". Don Ciotti invoca una «scatto in avanti», mentre il presidente Sergio Mattarella si augura una «maturazione delle coscienze». Chiesta la confisca dei beni anche ai corrotti, oltre che ai mafiosi.
Firmato il primo protocollo in Veneto tra centrali cooperative e sindacati, a tutela di trasparenza e qualità dei servizi, ma anche dell’occupazione delle coop contro le gare al massimo ribasso. Obiettivo prossimo e urgente: l’istituzione di un Tavolo permanente con gli enti pubblici.
L’esperienza professionale di avvocato penalista a Padova mi porta molto spesso ad assistere ragazzi coinvolti in procedimenti penali per aver posto in essere condotte che non avevano ben valutato essere reati, o che avevano agito per spirito di emulazione perché così fanno in tanti. Per non parlare di quei genitori che, pur non giustificando il modo di agire dei loro figli, fanno capire che, tutto sommato, quanto accaduto non sembra poi così grave da determinare una effettiva sanzione penale.Per leggere il servizio iscriviti gratuitamente al nostro sito.
Sabato 21 marzo Libera, l’associazione di don Luigi Ciotti, scende in piazza ancora una volta per la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. È l’edizione numero 20 e quest’anno porta a Bologna oltre 150 mila persone per quello che «non è un evento – spiega il sacerdote – ma un percorso di una storia che stiamo costruendo insieme».
L'analisi di Michele Corradino, uno degli uomini della squadra di Cantone, a un convegno di Confcommercio. La cultura dell'anticorruzione inizia a fare passi avanti, seppur con difficoltà. Uno degli obiettivi dell'Anac è estendere le tutele dei segnatori del pubblico impiego anche ai cittadini comuni.
Lorenzo Caselli, economista e docente di etica economica all'università di Genova, indica il nesso tra le norme e il loro rispetto: «Ci vuole una grossa operazione di educazione alla responsabilità. Dobbiamo creare un clima che premi le imprese virtuose, che rispettano la legge e hanno anche il coraggio di denunciare. Poi, l'educazione alla legalità, che dovrebbe cominciare fin dalle elementari».
Corruzione e antipolitica, alla fine, non sono che il medesimo risultato triste di una mancanza di etica all’interno del mondo degli affari e della politica, oltre che il segno di una scarsa disponibilità al cambiamento e alla conversione. Come ricordava papa Francesco ai politici italiani lo scorso marzo con parole che tornano d'attualità.
Sabato 13 dicembre il momento da festeggiare è particolarmente importante. Presso la sala civica del comune di Bojon si svolge, infatti, l’inaugurazione del Museo della legalità di Campolongo Maggiore, iil primo del genere in Italia e probabilmente un unicum nel mondo.
A Roma gli Stati generali dell'antimafia promossi da Libera. Chiara, Mariano, Marco e Roberto: sono loro che animano i presidi sul territorio italiano, tutti intitolati a una vittima delle mafie, perché, come diceva Borsellino, «la mafia non è una sola, ma è come un albero fatto di tanti rami secchi». Da Nord a Sud del paese, un lavoro instancabile per la legalità. Ideali forti e coraggio per interloquire con ambienti spesso sottomessi alle mafie.