Cure palliative. La terapia della dignità per dire: “Tu vali sempre” alla persona malata

Dolore fisico, paura, senso di abbandono, ma anche timore di non valere più nulla. E’ un’impresa enorme quella di chi, dopo avere combattuto contro una malattia inguaribile, sta percorrendo l’ultimo tratto della sua esistenza, consapevole di avvicinarsi sempre più al mistero, all’essenza di tutto quello che è stato. Un groviglio di emozioni confuse e contradittorie che devono essere accompagnate con sensibilità e competenza. Ed ecco la nuova frontiera della terapia della dignità, per dire alla persona in fin di vita: tu vali sempre. Se ne parla oggi a Roma

A Bari: una nuova Pentecoste? L’incontro dei vescovi del Mediterraneo

Tutti siamo impegnati a vivere relazioni evangeliche con ogni persona, al di là del credo e della provenienza, partendo dal riconoscimento e della custodia dell’esistenza delle donne e degli uomini, creati ad immagine e somiglianza di Dio, ubicati in ogni parte del mondo. Solo con questa consapevolezza ognuno può sperimentare il senso di appartenenza universale benedetta dallo Spirito con atteggiamento di meraviglia e di sorpresa, di ascolto e di accoglienza dell’altro, e scoprire di avere, al di là del mare, fratelli e sorelle in Cristo

Ragazzo morto di anoressia. Cantelmi (psichiatra): “Implementare reti di intervento e studiare nuove terapie per forme resistenti”

Lorenzo Seminatore, 20 anni, è morto di anoressia il 3 febbraio a Torino. Domenica 16 i suoi genitori hanno lanciato un appello per evitare ad altre famiglie, se possibile, un calvario come il loro. "Occorre implementare reti di intervento sempre più efficaci, ma anche riconoscere che esistono alcune forme di anoressia ad oggi resistenti a qualsiasi trattamento", afferma lo psichiatra Tonino Cantelmi. Tuttavia "non bisogna arrendersi. Dobbiamo studiare ancora molto". E avverte: attenzione ai blog "pro-ana" che riescono a convincere le ragazzine che il canone estetico del corpo filiforme è la migliore scelta di vita