4 novembre 1917: i giorni tragici di Caporetto

Nei giorni tragici per l'Italia dell'offensiva austro-ungarica che costringe a un drammatico ripiegamento l'esercito italiano, La Difesa si allinea col suo vescovo e con le associazioni cattoliche nell’incoraggiare la gente alla coesione, alla «azione fattiva ed energica e allo spirito di sacrificio». Una proposta: requisire i palazzi deserti per accogliere i profughi.

L’uomo e la terra. Pieni di conoscenza… ma ci comportiamo da stupidi

Nella società del “se”, del “ma” e “sì, ma però…”, abbiamo la certezza di  sapere molte più cose di quante se ne sapessero qualche decennio fa. Per questo vien troppo facile dire che siamo una società tecnologicamente abilis – mai nella storia, l’umanità ha avuto mezzi tanto potenti ed efficaci – ma continuiamo testardamente a rifiutare di compiere scelte responsabili e sapienti.

21 ottobre 1917: la donna cambia, anche l’abito

Non c’è dubbio che una delle “ossessioni” della Difesa negli anni della Grande guerra (e non solo) fosse rivolta alla tutela del buon costume, con particolare riguardo ai nuovi atteggiamenti del mondo femminile. Questo centenario ha posto molta attenzione al ruolo della donna, coprotagonista del conflitto accanto all’uomo combattente e fatalmente destinata a veder mutare il proprio ruolo sociale. Ma fuori dalle mura domestiche, i pericoli per la morale sono evidenti...

Una domenica senz’auto non basterà certo a salvarci

Il 25 agosto scorso ricordate cosa si è celebrato a Padova? Non sforzatevi troppo, perché nessuno ha fatto festa o vi ha invitato. La scusa potrebbe essere che si rimembrano i giorni felici, mentre quelli infausti si scordano. Tutto vero, com’è vero che quell’ultimo venerdì d’agosto, mentre molti padovani gustavano ancora il sapore di vacanza, l’urbe patavina superava i 50 giorni dall’inizio dell’anno di sforamento del limite giornaliero dell’ozono stabilito dalla legge, che non deve andare oltre i 25 giorni dell’intero anno. 

Quel merito che non riconosciamo più

L'incredibile silenzio che ha accompagnato l'addio a Roberto Bassi, di Lugo di Vicenza, moderno Marco Polo, che nel 1971 percorse a piedi gli 11 mila chilometri che separano Roma e Tokio perché non venisse dimenticata l'impresa dell'aviatore thienese Arturo Ferrarin. "Solo silenzio che di certo dice tutto sul nostro senso etico di “rendere omaggio”. I veneti moderni sono anche questo: silenti davanti a tutto e tutti, anche quando è il “bene” a mostrarsi. Anche allora preferiscono non dire. Non ricordare. Non riconoscere un merito conseguito sul campo, che per noi diventa un demerito storico e cronico".

2 settembre 1917: preghiera e penitenza per la pace

Sulla Difesa del 2 settembre 1917, la prima pagina è interamente occupata dall’appello del vescovo Pellizzo alla preghiera e alla penitenza per il dono della pace “secondo i desideri del Santo Padre”, che nei primi giorni di agosto aveva mandato ai governi dei paesi belligeranti una nota che li invitava a iniziare trattative di pace.

10 agosto 1917: essere soldati e restare preti nell’inferno delle trincee

Quello dei cappellani militari era un ruolo “privilegiato” ma esigente. Eliminati dallo stato unitario, furono reintrodotti alla vigilia della dichiarazione di guerra dal generale Cadorna. Il loro ruolo fu pastorale ma anche propagandistico, per sostenere il morale e la disciplina della truppa. La Difesa sottolinea costantemente il loro spirito di sacrificio e il loro valore. E nel numero del 10 agosto 1917 annuncia la medaglia d’argento conferita a don Giovanni Rossi, sacerdote padovano cappellano dei Granatieri di Sardegna.

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