Nei primi due numeri di maggio 1915 ricorrono assillanti sulle prime pagine della Difesa gli interrogativi: “L’Italia vuole o non vuol la guerra?” (9 maggio), “Si va o non si va in guerra?” (16 maggio). Nel primo numero del mese l’articolista si dichiara convinto che ormai l’entrata in guerra sia inevitabile, ma avverte che è illusione pensare di far fuori il nemico in quattro e quattr’otto, per potersi sedere bellamente al tavolo dei vincitori. E così, infatti, sarà…Acquista la prima pagina del 30 maggio 1915 in formato digitale ad alta risoluzione nel nostro e-shop.
Cento anni fa, nella notte tra il 23 e il 24 maggio, il primo colpo di cannone sparato dal forte Verena dava il via alla Grande guerra. Nell'anniversario un fascio di luce collegherà il “dominatore dell’Altopiano” con le cime del Trentino a segnare la fine delle frontiere. Perché oggi la sfida è quella di saldare ricostruzione identitaria e accoglienza. Per scoprire tutti gli appuntamenti in calendario nel fine settimana registrati gratuitamente al sito.
La riforma del lavoro approvata dal parlamento contiene cinque deleghe al governo in vari ambiti relativi alle politiche nazionali. Obiettivi e tempestività della legislazione nazionale sono essenziali: ma non va dimenticato il ruolo delle regioni, fondamentale anche per cogliere gli obiettivi fissati nella strategia comunitaria Europa 2020. Al tema è dedicata la nuova ricerca di Giovanni Saonara per Toniolo ricerca, ora disponibile per il download.
I cattolici, di cui la Difesa si fa portavoce, restano ostinatamente legati alla “neutralità relativa”. Evitare la guerra, sostengono conti alla mano, vuol dire non gettare il paese in uno spaventoso gorgo di morti, di danni economici e di conseguenti peggioramenti delle condizioni di vita degli strati più poveri della popolazione. Ma se la patria chiama... Acquista la prima pagina dell'11 aprile 1915 in formato digitale ad alta risoluzione nel nostro e-shop.
Sto mese de aprile, un tempo, spalancava la primavera sui campi col so vento tiepido, e el vento de sto mese gaveva la so canson: Vento d’aprile di primavera. Na poesia d’amore somenà nel vento: altro mondo e altre canson. Questo invesse xe el tempo de le badanti: care e bone persone, indispensabili par le necessità del presente.
“L’Italia e la guerra”, titola la Difesa del 21 marzo 1915, per indicare come si stia infittendo il confronto, e lo scontro, tra interventisti e neutralisti. C’è poi quel trafiletto in apertura di colonna, che annuncia un fatto simbolicamente significativo: la proibizione della produzione e della vendita del pane bianco. Un articolo che trova eco nel numero successivo, dove si invitano agricoltori e piccoli proprietari a seminare tutti i terreni disponibili.Acquista la prima pagina del 14 febbraio 1915 in formato digitale ad alta risoluzione nel nostro e-shop.
Me ga telefonà un coetaneo, letore de la Difesa par contarme de le robe che ghemo viste insieme a più de otantantani de distansa, in un paese de quel tempo coi so preti, come in tuti i paesi somenà nel verde de le campagne de alora. Discorsi e ricordi sempre soliti e sempre veci a causa del tempo. Ghemo parlà dei tempi de Giacometo, un prete che da le pagine de la Difesa fasèva dotrina in dialeto.
La nuova indagine di Gianni Saonara per Toniolo Ricerca, che offre un utile quadro di lettura a chi vuole discostarsi per un attimo dalla cronaca quotidiana – e da un quadro politico piuttosto complesso – per prepararsi al voto in modo più analitico e approfondito.
Secondo fascicolo della raccolta dedicata a storia, arte, servizi delle 459 comunità parrocchiali della diocesi. Tra le opere d'arte spicca lo straordinario Cristo di Arzerello, opera di un allievo del Donatello.