Mense scolastiche: oltre 80 euro il costo medio a famiglia. Emilia Romagna la regione più costosa, Puglia la più economica. In Veneto i capoluoghi più economici sono Vicenza (65€) per l’infanzia e Treviso (74€) per la primaria. A Padova il primato della più cara per la scuola dell'infanzia, ma anche alla primaria il costo annuo è fra i più elevati (al secondo posto dopo Belluno per un distacco di soli 2 euro). Ambienti sicuri ma poco confortevoli, poco green e con tanti sprechi. Cittadinanzattiva ha presentato la quarta indagine su tariffe e qualità delle mense scolastiche prendendo in esame tutti i 110 capoluoghi sia per la scuola dell'infanzia che per la primaria. A seguito dei risultati ottenuti Cittadinanzattiva chiede al Ministero della salute di varare al più presto le nuove linee guida sulla ristorazione scolastica, ferme al 2010, e al Governo di far ripartire un percorso legislativo che ripensi il servizio di ristorazione scolastico.
“Erasmus Italiae”: scambi culturali e attività formative tra le province italiane. Firmato Protocollo d’intesa tra il MIUR e l’Associazione “Cultura Italiae”.Una proposta per gli studenti della scuola secondaria di II grado. Perchè anche dai banchi di scuola può partire la promozione della cultura locale. Un Protocollo per la promozione di attività volte al recupero della dispersione scolastica, alla condivisione di esperienze territoriali e all'agevolazione del rapporto scuola lavoro con particolare riferimento alla tradizione artigianale dei "Maestri d'Arte" e delle "Imprese Storiche" italiane.
La decisione degli insegnanti di un istituto del Lodigiano è probabilmente un’occasione di crescita di consapevolezza del ruolo della scuola e della “comunità educante”, ma alle volte bisogna anche rendersi conto che ericonoscere che le buone intenzioni e le buone idee si scontrano con realtà che le rendono evanescenti, ade scempio per quanto riguarda il sostegno che la scuola dovrebbe garantire in situazioni precise. La "lezione" di questo collegio deve allora servire per rilanciare valori e consapevolezza.
La plusdotazione: a Roma si è tenuto un convegno che ha portato i risultati di un progetto pilota Ido, Istituto di ortofonologia. Negli ultimi 5 anni grazie al lavoro di insegnanti e dirigenti si è assistito ad un cambiamento notevole nell'ambito della plusdotazione. Il Miur ha fatto rientrare i bambini ad alto potenziale nei Bes, Bisogni educativi speciali. Ido ha individuato anche uno strumento di osservazione standardizzato che può essere utilizzato da tutti gli insegnanti. Una scala che considera una serie di comportamenti che devono essere osservati nei minori dai 5 ai 18 anni, per capire se sono al di sopra, al di sotto o in media con quelli dei loro coetanei. La plusdotazione richiama una complessa costellazione di caratteristiche, perché l'intelligenza non ha una manifestazione univoca.
Una famiglia media italiana, con un bimbo al nido, spende al mese 303€ nell’anno in corso 2019/2020, +0,9% rispetto al 2018/19. L'Italia divisa su tariffe, posti disponibili, agevolazioni per le famiglie: al Nord si registrano le rette più alte, ma anche maggiori misure di agevolazione per le famiglie; il Sud invece più contenuto sui costi, seppur in aumento rispetto all’anno precedente, pecca sulla disponibilità di posti. Sono i dati dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, realizzato nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico. E in Veneto com'è la situazione? 351 euro la spesa media mensile per una famiglia, Belluno la provincia più cara, Rovigo invece ha la retta più bassa.
Bradley Hospital (Usa): «se gli alunni sono costretti a svegliarsi troppo presto è a rischio il loro apprendimento e la salute fisica e mentale». In questi ultimi anni l’orologio biologico dei giovani si è spostato in avanti; svegliarsi prima è pertanto una forma di costrizione per il loro fisico e per la loro salute. In alcuni Paesi si sta infatti sperimentando l'ingresso a scuola più tardi.
Auspicare un “tempo dei bambini” vuol dire scommettere sul futuro, ma anche chiedere un impegno molto concreto a chi, nel presente, ha responsabilità politiche ed educative. In campo educativo ad esempio il dato dell’abbandono scolastico non fa ben sperare: nel decennio 2008-2018 l’Italia ha recuperato qualche punto percentuale, «ma il trend positivo di riduzione del fenomeno ha subito una battuta di arresto e dal 2016 al 2018 è passato dal 13,8% al 14,5% allontanando ulteriormente l’obiettivo europeo del 10%». Insomma: non stiamo bene.
Iniziare fin da piccoli a comporre musica si può: lo dimostra una ricerca portata avanti dal professor Emanuele Pappalardo, promossa dal conservatorio "Ottorino Respighi" e dall'istituto comprensivo "Giuseppe Giuliano" di Latina e descritta all'interno del libro "Composizione, analisi musicale e tecnologia nella scuola primaria". L'aspetto più innovativo di questa ricerca consiste nel non essersi fermati alla sola produzione: i bambini hanno dimostrato delle sorprendenti capacità riflessive e analitiche
Compiti sì compiti no. Ancora una volta ritorna l’eterno dibattito. Questa volta alla questione è stato dedicato un seminario all’Università di Padova, Dipartimento di Psicologia Generale, organizzato da Cesare Cornoldi, Professore ordinario di Psicologia dell'apprendimento e della memoria e Barbara Carretti Psicologa presso il Dipartimento di Psicologia generale di Padova, fra i fondatori di Lab.D.A., un Centro per l'età evolutiva e gli apprendimenti che lavora nell'ambito della valutazione e dell’intervento dei disturbi specifici dell’apprendimento, dei disturbi del comportamento, e delle problematiche a livello emotivo. A contrapporsi, durante il seminario, due esponenti, uno a favore dei compiti e uno contrario. Per il fronte del sì Emanuela Confalonieri dell’Università Cattolica di Milano, per il no invece Gianluca Campana dell’Università di Padova. Ma in realtà, ascoltando le relazioni non si percepisce un netto divario. La faccenda non è proprio bianca o nera.