Un calcio al bullismo: studenti in campo per l’evento di sensibilizzazione organizzato da Fondazione Down DADI

Un calcio al bullismo: più di mille studenti, accompagnati dai loro insegnanti, sono pronti per prendere parte, sabato 20 ottobre dalle ore 9 allo Stadio del Plebiscito a Padova, ad un evento disensibilizzazione e solidarietà aperto a tutta la cittadinanza e organizzato da Fondazione Vite Vere Down DADI. Una partita di calcio con la Nazionale Italiana Magistrati, da sempre impegnata contro ogni forma di bullismo e l’ItalianAttori per dire No al bullismo! Accanto al divertimento e allo sport, durante la mattinata, non mancheranno importanti testimonianze con i Magistrati capitanati da Piero Calabrò, Paolo Picchio papà di Carolina suicida vittima di bullismo e Erika Defendi, coraggiosa mamma di un ragazzo disabile. Verrà anche presentata YouPol, APP della Polizia di Stato pensata per contrastare il fenomeno del bullismo. Interverranno anche Diego Bonavina (Assessore allo Sport del Comune di Padova), Stefano Rognini (Presidente della Fondazione Vite Vere Down Dadi), Renato Franceschelli (Prefetto di Padova) e Gianluca Forcolin (Vice Presidente Regione Veneto). Il ricavato dell'iniziativa andrà a favore progetti del Gruppo Down DADI di Autonomia e Vita Attiva, per le persone con Sindrome di Down e Disabilità Intellettiva.

Firmato il protocollo d’intesa fra Regione Veneto e Ministero dell’Istruzione per lo studio della storia veneta

Firmato un protocollo tra il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti per l’ingresso della storia e della cultura veneta nei programmi scolastici. Fra gli obiettivi del piano far conoscere e studiare il patrimonio storico-culturale nelle sue dimensioni nazionali e locali e sviluppare le competenze degli alunni attraverso approfondimenti integrati e interdisciplinari inerenti il patrimonio storico e culturale del Veneto. L’intesa prevede percorsi di formazione rivolti a docenti e a studenti su temi e didattiche al fine di sviluppare lo studio e la conoscenza della storia e della cultura del Veneto e della storia dell’emigrazione veneta in tutte le scuole del territorio regionale, di ogni ordine e grado.

Un genitore consapevole e preparato può fare la differenza: la storia di Giuseppe e il suo percorso scolastico con la dislessia

La parola dislessia spesso è associata ad ansie, paure, incapacità di affrontare la diagnosi. Come posso aiutare mio figlio nei compiti? E a scuola riuscirà a seguire le lezioni? I genitori sono impreparati, ma alle volte anche gli insegnanti. Un genitore consapevole e preparato può fare la differenza. L’appoggio della famiglia è basilare, come ci raccontano Stefania Borgo Lorenzon e suo figlio Giuseppe, 17 anni, iscritto al quadro anno del liceo classico musicale e che ha vissuto con grande fatica i primi anni di scuola perché nel suo cammino ha incontrato insegnanti non preparati ad affrontare dislessia, disgrafia e altri disturbi specifici dell'apprendimento. Fondamentale per lui è stata la presenza e la tenacia della famiglia. Ma anche la sua voglia di andare avanti e rincorrere il sogno della musica. Fondamentale è anche la formazione, per gli insegnanti certo, ma anche per i genitori. L'Associazione Italiana Dislessia, sezione padovana, avvia un corso, in ottobre e novembre, dal titolo Genitori consapevoli: corso sui DSA. Un focus sui DSA e gli strumenti e strategie utili per affrontarli ed è rivolto a genitori e familiari, ma anche a dirigenti scolastici, insegnanti e operatori sanitari.

Bon ton chat: il Vademecum elaborato dal Comune di Ravenna per promuovere un uso utile e corretto delle chat dei genitori

WhatsApp è forse il sistema di messaggistica più diffuso ed efficace, però… Già, c’è un però e riguarda un particolare di non poco conto: i messaggi possono “invadere” telefonino e vita delle persone, soprattutto se si fa parte di gruppi allargati. Non solo: attraverso i messaggi si possono innescare dinamiche non proprio semplici da gestire, non mediate dalle sfumature che invece si potrebbero cogliere nella comunicazione “dal vivo” tra le persone. E magari si arriva a veri e propri scontri.

Una nuova intesa regionale sull’alternanza scuola lavoro e intanto “Giotto a bottega da Cimabue” vince le Olimpiadi.

Firmata una nuova intesa regionale per l’alternanza scuola lavoro che avrà validità triennale e punta ad aumentarne la qualità. Il Protocollo prevede alcune novità come percorsi di accompagnamento per i tutor aziendali, tavoli provinciali con imprenditori, esperti e rappresentanti dei docenti e esperienze di formazione per i docenti degli istituti secondari di secondo grado per favorire l’integrazione e la sinergia tra mondo della scuola e mondo del lavoro. Tra le buone esperienze che hanno portato dei risultati e tanta soddisfazione c’è sicuramente il progetto Giotto a bottega da Cimabue, seconda edizione di una formula innovativa di alternanza scuola lavoro, realizzata grazie al finanziamento della Regione Veneto e del Por Fse 2014-2020. Otto ragazzi provenienti da scuole diverse, coordinati da UPA Formazione, ente di Confartigianato Padova hanno vinto la sezione Made in Italy del concorso promosso nell’ambito del progetto, delle vere e proprie Olimpiadi dell’Alternanza Scuola Lavoro organizzate dalla Regione Veneto. 

Maturità: al via il nuovo modello

Maturità, si cambia ancora. Già, perché l’esame di Stato, conclusivo del percorso scolastico, a ben vedere è sempre in trasformazione. Bene o male, ogni qualche anno c’è da aggiornare la normativa. E il nuovo ministero evidentemente ha deciso di cominciare da qui per battere un colpo.

“Fobia scolastica” o “rifiuto ansioso della scuola”: un disagio generico che però spesso richiede un approfondimento

Fobia scolastica. Spesso avviene repentinamente e senza apparente causa. Il ragazzo non vuole uscire dal letto al mattino, accusa dolore addominale, o mal di testa, magari ha trascorso la notte insonne. A prima vista sembrerebbe un malessere passeggero, cose che rientrano nei piccoli imprevisti della quotidianità. Ma poi l’episodio si ripete e diventa frequente, magari accade anche che sia la scuola a telefonare per avvertire i genitore che il ragazzo si è sentito male.