La prima copia del periodico porta la data del 12 aprile 1968. La fondatrice Gualberta Alaide Beccari crebbe a Padova, in un ambiente familiare culturalmente stimolante. La giornalista filomazziniana fondò e diresse fino al 1891 il primo periodico europeo sui diritti e sull’emancipazione della donna nell’età contemporanea. Partendo dalla città del Santo il giornale, che riportava le firme di numerose scrittrici e pubbliciste da tutta la penisola, si diffuse in Italia e in Europa
Avveniristico. All’ombra del campanile di Sant’Antonino, alla fine degli anni Sessanta, la storia del gruppo vincente di ragazze allenate da suor Angela
«Qui nacque Nicolò Boccasino Papa Benedetto XI». Su queste parole, incise sulla targa di marmo bianco incastonata sulla facciata della casa più antica del paese di San Vito, alle porte di Valdobbiadene, si sono accapigliati storici ed ecclesiastici, seguiti a ruota da pubblicisti e scrittori di ogni fatta.
AltaVita-Ira, istituzione padovana che si occupa di anziani, compie duecento anni di vita. Un tempo lunghissimo in cui la struttura si è ampliata, trasformata e integrata sempre più nella città di Padova.
Non solo una scuola. Approccio didattico unico, tanti gli artisti formati. Oltre al recupero della sede, occorre tornare a far insegnare i veri maestri
Paolo Cottignola ha scelto Asiago come luogo di vita e di lavoro. Ci è arrivato grazie a Ermanno Olmi, il suo maestro. Ci è rimasto, si è sposato e ha avuto due figli. Nel suo studio, da dove vede le mucche, ha montato l’ultimo film di Giorgio Diritti, Volevo nascondermi, che ha vinto sette David di Donatello. «Per certe attività non è indispensabile essere al centro del mondo. Anche qui posso dire la mia e fare la mia parte da professionista. Mi sento più libero». Più volte, durante la pandemia, mi sono chiesto: si tornerà al cinema? I contenuti in streaming sono esplosi, ma non sarà mai come vedere un film in sala. Certo, per continuare a fare cinema di qualità ci vogliono sostegni, tutele...
Nel 1985 l’antropologo padovano Franco Viviani fu invitato in Indonesia alla ricerca di grandi grotte carsiche da esplorare. Di fronte a una, che sembrava di poco interesse, si intestardì per “visitarla” e scoprì decine di pitture rupestri. Di 40 mila anni fa
Stefano è l’ultimo titolare in ordine di tempo della bottega/falegnameria Pesavento, a poche centinaia di metri da porta Padova a Montagnana. La sua è una passione radicata, respirata fin da bambino grazie al padre Enrico. I legni più usati in bottega sono ulivo e faggio; Stefano non smette di cercare tipologie differenti di ulivo per durezza ed estetica: in Italia ne esistono 600 varietà. E a “nutrire” il giovane artigiano sono anche i mercati nel territorio