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Chi salirà al Quirinale? Lunedì 24 gennaio iniziano le votazioni
Lunedì 24 gennaio iniziano le votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Serve un degno successore di Sergio Mattarella
Lunedì 24 gennaio iniziano le votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Serve un degno successore di Sergio Mattarella
«Non credo sarà un’elezione veloce. Andremo ben oltre la quarta votazione. Anche perché, se ci saranno diversi parlamentari positivi, diventerà più difficile raggiungere il quorum di 505. A meno che il presidente uscente Sergio Mattarella non decida di accettare un nuovo incarico, magari a tempo limitato. Potrebbe farsi convincere dalla pandemia in corso, dal Recovery fund da gestire, dalla situazione economica che non è proprio una favola». Questa l’analisi di Selena Grimaldi, docente di Politica comparata all’Università di Padova e autrice del volume I presidenti della Repubblica nelle forme di governo. Tra Costituzione, partiti e carisma (Carocci editore).
Prof.ssa Grimaldi, perché, mai come questa volta, è diventata decisiva la partita del Quirinale?
«Da un lato, dall’inizio degli anni Novanta, è diventato normale che quello del presidente della Repubblica non sia un semplice ruolo di garante della democrazia parlamentare. Dall’altro i partiti appaiono particolarmente deboli e fragili, non sembrano nemmeno in grado di esprimere un governo. In pratica abbiamo fatto un passo indietro anche rispetto al bipolarismo della Seconda Repubblica: di fronte all’incapacità di centrodestra e centrosinistra di formare un esecutivo, l’importanza del Capo dello Stato si è accresciuta. È lui che spesso ha avuto in mano il pallino».
Sarà difficile trovare un nuovo inquilino del Colle, il tredicesimo, all’altezza di Sergio Mattarella?
«Mattarella ha esercitato il suo mandato all’insegna della neutralità assoluta. Dopo i governi Conte I e Conte II si è visto costretto a chiamare Mario Draghi per quello che è di fatto un esecutivo del presidente. Ma ora vediamo che la maggioranza scricchiola più che mai. È difficile stare dentro il governo e fare campagna elettorale».
Cosa si può prevedere per le prossime settimane?
«Solo Mario Draghi sembra in grado di tenere insieme le forze politiche che fanno parte del Governo: ma se i partiti cominciano a friggere non so davvero chi potrebbe essere il suo sostituto nel caso in cui venisse eletto al Quirinale».
Abbiamo una soluzione di riserva?«La sola exit strategy che vedo è che Mattarella riconsideri la sua posizione e che accetti di essere rieletto, restando in carica un anno e mezzo, sino alla fine del 2023, un po’ come è successo per il bis di Napolitano».
In queste settimane circola con insistenza il nome di Silvio Berlusconi…«Berlusconi è imprevedibile, si è auto-nominato candidato del centrodestra, ma è chiaramente divisivo. Non gli mancano le risorse e sta cercando i consensi necessari per arrivare a 505 voti alla quarta votazione. Dovrebbe però pescarli anche nel gruppo Misto, dove non mancano gli ex Cinque Stelle che in passato lo vedevano come fumo negli occhi. Certo, Berlusconi è tutto tranne che uno stupido. Forse questa “forzatura” sul suo nome potrebbe voler dire due cose: che lui è ancora il king maker del centrodestra o che stavolta il centrodestra, avendo in partenza più grandi elettori del centrosinistra, può eleggere un presidente di centrodestra».
Potrebbe essere la volta buona di una donna al Quirinale?«Temo non sia ancora arrivata l’ora di una donna. Non è che non esistano candidate all’altezza. Difficile che a destra votino Rosy Bindi o Anna Finocchiaro, che pure vantano una ricca carriera istituzionale. Sull’altro versante la vedo dura sia per la presidente del Senato Elisabetta Casellati, che difficilmente potrebbe essere votata dal Pd, che per Letizia Moratti».
Capo dello Stato viene votato dai cosiddetti “grandi elettori”, che si riuniscono nell’aula di Montecitorio. In totale i “grandi elettori” saranno così composti: 321 senatori (315 eletti e 6 “a vita”), 630 deputati, 58 delegati regionali. I delegati regionali vengono scelti dai rispettivi Consigli regionali (dove attualmente prevale il centrodestra). L’assemblea dei “grandi elettori” è convocata per lunedì 24 gennaio alle ore 15, sotto la presidenza di Roberto Fico, presidente della Camera, per la prima votazione. La presenza del Covid-19, con esigenze di sanificazione dopo ogni votazione, rallenterà le operazioni di voto, già di per se stesse abbastanza laboriose (ogni elettore viene chiamato per nome ed esprime il voto passando sotto il banco della presidenza, e c’è la cosiddetta “seconda chiama” per chi non si presenta). Si prevede una votazione al giorno.