Chiesa | MondoEra il 14 febbraio 2015 quando la Caritas di Vienna apriva vicino al Prater il primo (e unico) social business hotel austriaco
Franziska sfodera un grande sorriso mentre viene immortalata su Fb con indosso una divisa che per lei, così come per i due colleghi che posano felici al suo fianco, non significa solo lavoro. Ma è anche segno di inclusione e futuro. Là dove sia vivere l’inclusione sia pensare di progettare il proprio futuro è tutto tranne che scontato. Perché arrivi da lontano, parli un’altra lingua e hai una cultura diversa.
Franziska è stata per tre giorni tirocinante in un hotel speciale di Vienna. E in quell’hotel che prima di essere un luogo di accoglienza per gli ospiti è un luogo di accoglienza per i suoi collaboratori, ha iniziato a lavorare anche Abena, la sua mamma, che oggi è una dipendente di lunga data.
Venerdì scorso, 14 febbraio, l’hotel “Magdas” di Vienna ha festeggiato i suoi primi 10 anni di attività.
Era il 14 febbraio 2015 quando la Caritas di Vienna apriva vicino al Prater il primo (e unico) social business hotel austriaco. Un’impresa sociale che pensata non solo per dare ospitalità ai turisti, ma per offrire un posto di lavoro a chi per varie ragioni fatica a trovare un impiego. Nell’ottobre 2022 il trasferimento in Ungargasse, nel centro della capitale austriaca, in quella che fino al 2020 era la “Stephanushaus”, la casa in cui l’arcidiocesi di Vienna ospitava sacerdoti e religiosi.
Ancora oggi circa il 60% dei dipendenti dell’hotel “Magdas” è un profugo o un rifugiato. In questi dieci anni di attività più di 100 rifugiati hanno trovato lavoro nella struttura gestita dalla Caritas di Vienna. Non solo. L’hotel è anche una “scuola” per dieci apprendisti. Con circa 35mila pernottamenti all’anno, 85 camere e un centro per seminari, il “Magdas” è una realtà ampiamente autofinanziata.
“A tutti dovrebbe essere data un’equa possibilità di condurre una vita indipendente e autonoma”, commenta il direttore di Caritas Vienna Alexander Bodmann, sottolineando che “il futuro dell’integrazione sta nel sostegno fin dal primo giorno”.
Intervenendo alla conferenza stampa organizzata in occasione dei 10 anni dell’hotel “Magdas” Bodmann descrive il lavoro retribuito come un fattore chiave per il successo dell’integrazione, dell’indipendenza finanziaria e della partecipazione sociale. “Ogni azienda in Austria potrebbe essere un hotel “Magdas”, ma questo richiede orientamento, formazione di base e sostegno sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. Con il sostegno è possibile inserire le persone nel mercato del lavoro”.
“Se vogliamo – spiega il direttore di Caritas Vienna – possiamo integrare le persone nel mercato del lavoro e questo ha effetti postivi anche sull’economia austriaca”.
Al “Magdas” si ritrovano persone provenienti da tutto il mondo e che parlano più di 20 lingue diverse e persone con alle spalle un passato di rifugiati, che vengono formate nelle varie professioni della ristorazione e alberghiere.
Ancora oggi i rifugiati che arrivano in Austria, faticano a trovare lavoro. Le prime difficoltà sono quelle con la lingua tedesca, e poi molti datori di lavoro sono prevenuti di fronte ai profughi. A questo si aggiunge il fatto che per poter lavorare è necessario avere un parere positivo in merito alla richiesta di asilo, procedura che spesso può richiedere mesi, se non addirittura anni. Al “Magdas” sono convinti che proprio le persone che arrivano dall’estero portano con sé una serie di competenze, talenti, lingue e background culturali tali da poter avere un posizionamento speciale sul mercato alberghiero.
L’attenzione per l’inclusione sociale di rifugiati e richiedenti asilo non è la sola particolarità di questo hotel. Basta entrare nella hall nella Ungargasse per comprendere quale grande rispetto vi sia anche per l’ambiente e per i materiali.
Ogni mobile che si incontra al “Magdas” ha una storia da raccontare, una storia che rivive grazie al Upcycling declinato in ogni sua espressione. Le poltrone del bar sono state disegnate da Franz Schuster negli anni Sessanta. Il designer Daniel Büchel le ha collezionate nel corso degli anni e molti degli ospiti dell’hotel si sono seduti su di esse nel primo “Magdas” hotel al Prater. Prima del trasloco nella nuova sede nella Ungargasse sono state ristrutturate nel laboratorio Caritas di Retz (comune ad un’ottantina di km a nord di Vienna). Ma questa non è l’unica particolarità. La reception della Stephanushaus è stata ristrutturata ed integrata nel nuovo bar. Anche la parete divisoria della sala Yunus – dedicata al premio Nobel Muhammad Yunus, ideatore del social business – e tutte le lampade e gli appendiabiti sono oggetti ritrovati e restaurati per trovare nuova vita e una nuova collocazione nel “Magdas”. Nella loro prima vita, i tavoli del bar e della sala da pranzo erano armadi a muro nelle camere. Anche alcune testate dei letti sono state realizzate reimpiegando questo “legno vecchio”. E nel nuovo “Magdas” c’è un “legno vecchio” che – in modo diverso – continua a svolgere lo stesso servizio. Si tratta del legno di un ex confessionale della Stephanushaus, dal quale sono stati ricavati gli elementi in legno del bar. Dopo aver ascoltato per anni le confessioni dei penitenti, ora quel legno continua ad ascoltare le “confessioni laiche” degli avventori del bar.
Anche la recinzione del giardino nella Krummgasse è stata ricavata da alcune ringhiere di balconi non più a norma. Le suite, poi, sono state progettate da Daniel Büchel utilizzando mobili originali degli anni Sessanta, molti dei quali sono stati reinterpretati e rivestiti, mantenendo però lo stesso spirito antico. Tutto questo fa sì che non ci sia una stanza uguale all’altra. Non solo. Tra le 85 camere di cui dispone l’hotel, ve ne sono 2 prive di barriere architettoniche e 2 attrezzate per ospiti con problemi di vista e di udito.
Il “Magdas” è un hotel sostenibile. Nella ristrutturazione della “Stephanushaus” l’ex parcheggio dietro l’edificio è stato trasformato in un giardino. A farlo fiorire sono stati i volontari del progetto Boku. E sotto il giardino sono state collocate 18 geotermiche che riscaldano e raffreddano il ristorante e le camere. Un impianto fotovoltaico posto sul tetto garantisce l’approvvigionamento energetico. Quando questo non è sufficiente, il “Magdas” usa elettricità verde e teleriscaldamento.
Bagni e rubinetti sono a risparmio idrico. L’acqua nelle camere proviene da una sorgente ed è potabile, ed è possibile spillarla direttamente dal rubinetto e gustarla in bicchieri riciclati e bottiglie ricaricabili. Per quanto riguarda la cucina, vengono offerti molti prodotti vegetariani e vegani, la carne proviene da allevamenti austriaci e i latticini, le bevande, la frutta e la verdura sono prevalentemente biologici. Questo ha consentito al “Magdas” di ottenere il marchio Ecolabel austriaco.
L’hotel della Caritas si trova nel centro di Vienna, ma per gli spostamenti più lunghi ci sono i mezzi di trasporto pubblici o ci sono le biciclette che si possono noleggiare direttamente alla reception del “Magdas”.
Il “Magdas” è colorato, cosmopolita e coraggioso. O semplicemente una “Leiwand”, una tela su cui scrivere insieme un futuro basato sull’integrazione e la valorizzazione delle potenzialità che ciascuno di noi ha, basato sul rispetto per l’ambiente e delle persone. Perché al “Magdas” si cerca di vedere il potenziale là dove altri si concentrano sugli ostacoli.
“Dal 2015 Magdas hotel dimostra come funzionano le operazioni alberghiere innovative e sociali – si legge sul post pubblicato sui social Fb e Ig in occasione del 10 anni della struttura – questo perché: tutti possono fare un buon lavoro, ne siamo convinti. Per questo diamo a tutti una possibilità, con lavori significativi e una solida formazione. Promuoviamo la formazione dei rifugiati, per farli diventare professionisti dell’accoglienza”.
