Fatti
Commercio mondiale. Scafi e container tra affari e catastrofi
Sulle acque i quattro quinti delle merci planetarie. E il 15 per cento dei mozzi di bordo sono russi o ucraini
FattiSulle acque i quattro quinti delle merci planetarie. E il 15 per cento dei mozzi di bordo sono russi o ucraini
Shipping si traduce nell’80 per cento del trasporto delle merci globali. Via mare viaggiano mangimi e cereali, petrolio e gas, apparecchi meccanici e prodotti chimici, materie prime e semilavorati. Metà del commercio europeo è affidato ai cargo. L’Italia è prima in Europa e nel Mediterraneo nello short sea shipping (il trasporto marittimo a corto raggio, ndr): un terzo dell’import-export dipende dalle rotte navali. È la logistica invisibile. Il diritto commerciale che detta legge. Con la pandemia che ha prodotto una perdita finanziaria tra i cinque e i dieci miliardi di dollari. Un lavoro “mozzo”: il 15 per cento degli equipaggi è fatto di ucraini e russi…
Traffico da pauraCanale di Suez, porti cinesi, rotte da e per India e Malesia: il tracciamento del traffico delle mega-navi lascia sbalorditi. Si dimostra perfino più “pauroso” di quello aereo solo alla prima schermata on line… Il registro conta 15.106 general cargo (merci varie), 12.258 bulk cargo (carico alla rinfusa), 7.350 petroliere, 7.027 navi passeggeri, 5.664 per trasporto chimico, 5.307 navi container e 2.031 gasiere. Così l’ultimo rapporto dell’European maritime safety agency (l’agenzia europea sulla sicurezza marittina) ammette 2.389 “eventi” con 2.589 navi coinvolte, di cui sette naufragate, con 51 casi di inquinamento, 29 morti e 548 feriti. È Hmm Algeciras la più grande nave portacontainer al mondo: 400 metri di lunghezza e 61 di larghezza; superficie di coperta di oltre 24 mila metri quadrati.
Affari d’oro…La danese A.P. Moller-Maersk è la più potente compagnia del mondo: capace di movimentare 4,1 milioni di Teu (Twenty-foot equivalent unit, la misura dei container, unità equivalenti a venti piedi) con una flotta di 708 navi che collegano 98 porti. Seguono Mediterranean shipping company (Msc) con 493 uffici in 155 Paesi e 70 mila dipendenti; China ocean shipping company (Cosco) con 401 rotte internazionali e domestiche; la francese Cma Cgm e la tedesca Hapag-Lloyd con il 7 per cento del mercato dei container. All’interno di Evergreen marine di Taiwan (che nel 2018 ha fatturato 4,2 miliardi di dollari) la divisione Evergreen line conta anche su Italia marittima (dal 2006 nome della storica compagnia di navigazione Lloyd triestino).
…e catastrofiIl bollettino è lungo. La nave cargo MSC Zoe il 2 gennaio 2019 ha perso 281 container nel Mare del Nord. A giugno dell’anno scorso la MV X-Press Pearl ha innescato, con 25 tonnellate di acido nitrico e altri prodotti chimici, il peggior disastro ecologico nello Sri Lanka. E qualche settimana fa almeno 40 morti e centinaia di feriti da ustione nell’esplosione dentro il deposito privato di container non lontano da Chittagong, il principale porto del Bangladesh. Del resto, quotidianamente sono in viaggio 20 milioni di container e ogni anno almeno 10 mila affondano in mare…
Porti a Nord EstIl bilancio del 2021 conferma la crescita concorrenziale del porto sloveno di Capodistria, che ha sfiorato un milione di Teu con una crescita del 6 per cento. Trieste si ferma a 745.241 Teu perdendo il 3 per cento, in particolare nel Molo VII. Ma i recenti dati di aprile lasciano ben sperare: quasi 80 mila Teu che significano un balzo del 45 per cento rispetto all’anno prima. Anche il Porto di Venezia ha chiuso in flessione del 2,6 per cento con 528.676 Teu. Nelle banchine di Marghera, i numeri sono diversi: il terminal intermodale del gruppo MSC è cresciuto dell’8 per cento; al contrario Vecon, società del gruppo PSA di Singapore, ha perso il 14 per cento della movimentazione di container. Intanto Interporto Padova è alle prese con un “rosso patrimoniale” che supera i 100 milioni: fino al 2025 il bilancio è gravato dalla scadenza di 59 milioni 757 mila 457 euro di debiti, mentre il finanziamento da Cassa Depositi e Prestiti (3,3 milioni) è garantito dalle ipoteche su fabbricato corrieri e unità immobiliari della Torre B di Galleria Spagna.
Assemblea a RomaMercoledì 22 giugno nello Spazio Vittoria a Roma è in programma l’assemblea dell’Associazione dei Porti Italiani. «In due anni di eventi imprevisti come la pandemia e adesso la guerra, i porti non si sono mai fermati – annuncia il presidente Rodolfo Giampieri – È il momento giusto per sottolineare il ruolo della portualità italiana, ma anche di avviare un lavoro di sintesi che consenta di fare in modo che i fondi del Pnrr, e non solo, portino a una modernizzazione del sistema. Per questo l’assemblea avrà panel di approfondimento tecnico con massimi esperti».
Pnrr e Corte dei ContiAd aprile, la prima relazione ha “radiografato” i progetti portuali che valgono 2,9 miliardi di euro. «Delle 16 Autorità di sistema portuale, in 15 hanno comunicato di avere dei progetti già approvati, una (AdSP Mar Tirreno settentrionale) di avere presentato progetti non ancora approvati dal Ministero della transizione ecologica. Al momento della rilevazione effettuata, le Autorità sono interessate nel Pnrr per 78 progetti approvati, con una previsione di spesa di circa 2,85 miliardi. La maggior parte delle risorse è destinata alla componente M3C2 Intermodalità e logistica integrata» si legge.Secondo la Corte dei Conti, quattro progetti (Ravenna, Taranto, La Spezia, Cagliari) avevano raggiunto l’obiettivo dichiarato. Ai porti italiani erano stati trasferiti 458 milioni di euro: «Di tale somma, sono state contabilizzati per fatture o stato di avanzamento lavori 12,7 milioni, quasi tutti già oggetto di pagamenti».
La logistica dei porti è il termometro dell’economia globale. Lo conferma Alessandro Santi, 56 anni, agente marittimo veneziano da due anni al vertice della Federazione nazionale degli agenti raccomandatari: «Si profila una nuova tempesta da congestione sulle catene logistiche – afferma – Specialmente nel settore container, con un ulteriore incremento dei noli, destinato a spingere un globale rincaro nei prodotti di consumo». Sarti sollecita addirittura un “gabinetto di guerra” sul fronte del Pnrr, ma anche per la riforma delle Autorità portuali. Le statistiche consolidate (1 gennaio-30 settembre 2021) segnalano 345,9 milioni di tonnellate movimentate nei porti italiani. Genova e Savona-Vado conservano il primato con 47,9 milioni, mentre Venezia con Chioggia si ferma a 40, superata anche da Trieste e Monfalcone. Sul versante passeggeri, nello stesso periodo si contavano 27,8 milioni di utenti concentrati soprattutto in Sardegna (4,1 milioni di cui la metà a Olbia). I numeri di Venezia si fermano a 82.717 passeggeri, di cui ben 43.863 nei traghetti e solo 22.351 nelle crociere. Le compagnie di shipping vantano 651 navi di stazza superiore alle mille tonnellate: 481 battono il tricolore e 170 vessilli esteri. L’Italia è al 16° posto nel mondo, superata l’anno scorso da Taiwan. La nostra flotta vale circa 18 miliardi di dollari. Ma i bilanci 2020 sono eloquenti. Al primo posto Grimaldi Group con 2,6 miliardi di ricavi e 239 milioni di utile. Costa Crociere, con un 1,3 miliardi di ricavi, ha chiuso in rosso per 1,4. Al terzo posto c’è Moby spa con 606 milioni di ricavi e 219 di perdita d’esercizio. È andata bene, invece, a Ignazio Messina & C di Genova, specialista delle navi Ro-Ro (traghetti per trasportare carichi su ruote, ndr), con 111,9 milioni di risultato netto. La veneziana Actv ha chiuso con 161.639 euro di attivo.