Fatti
I due decreti-legge in materia di maturità scolastica e di immigrazione sono i principali provvedimenti adottati dal secondo Consiglio dei ministri della ripresa.
Per quanto riguarda la scuola, spiega la nota di Palazzo Chigi,
“l’intervento normativo reintroduce la denominazione di ‘esame di maturità’, sostituendo l’attuale prova orale multidisciplinare con un colloquio incentrato su quattro discipline principali del corso di studi, individuate annualmente”.
I commissari d’esame passano da sette a cinque: due interni, due esterni e il presidente di commissione. “Particolare rilievo” è attribuito al curriculum dello studente, allegato al diploma finale. A fronte delle polemiche che ci sono state nei mesi scorsi, in futuro sarà obbligatorio sostenere la prova orale. Il decreto disciplina anche i passaggi tra indirizzi di studio, più flessibili nel primo biennio, mentre dal terzo anno sarà necessario un esame integrativo da sostenere in un’unica sessione prima dell’avvio delle lezioni. Si ridefinisce, inoltre, il ruolo dei percorsi scuola-lavoro, con l’obiettivo di dare a queste esperienze “una chiara identità educativa e una solida funzione formativa”.
In tema di immigrazione – con riferimento soprattutto agli ingressi di badanti e figure assimilabili – il decreto-legge varato dal Consiglio dei ministri prevede una corsia speciale e il superamento strutturale del meccanismo delle quote. Di fatto si allargano le maglie del sistema anche per venire incontro alle esigenze di tante famiglie.
Il provvedimento è molto complesso e in attesa della pubblicazione in Gazzetta del testo ufficiale le informazioni disponibili sono quella del comunicato di Palazzo Chigi, nell’occasione particolarmente analitico.
“Tra le principali previsioni del decreto – sottolinea la nota – si evidenzia una revisione del termine per l’adozione del nulla osta per lavoro subordinato, prevedendo che tale termine decorra dal momento in cui la richiesta viene imputata alla quota di ingresso, anziché dalla data di presentazione della domanda. Inoltre, il controllo attualmente prescritto in relazione alla veridicità delle dichiarazioni rese dai datori di lavoro in fase di precompilazione delle domande di nulla osta al lavoro subordinato per l’anno 2025 è esteso anche alle dichiarazioni rese per ingressi relativi lavoro subordinato in casi particolari” (volontariato, nulla osta per ricerca, lavoratori stranieri altamente qualificati, trasferimenti intra-societari, ecc.). “Nei procedimenti per l’assunzione di lavoratori stranieri, anche stagionali – precisa il comunicato – sono messi a regime gli istituti della precompilazione delle richieste di nulla osta al lavoro e del limite di richieste (massimo 3 richieste di nulla osta, come utenti privati, da parte dei datori di lavoro) previsti già in via sperimentale per il solo anno 2025. Tali meccanismi si estendono anche al lavoro stagionale subordinato”.
Il diritto del lavoratore straniero a soggiornare legittimamente nel territorio dello Stato e svolgere temporaneamente l’attività lavorativa è esteso anche ai casi di “attesa” della conversione del permesso di soggiorno, oltre a quelli già previsti di rilascio e rinnovo.
Per gli stranieri vittime di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, si amplia da 6 a 12 mesi la durata del permesso di soggiorno. Allo stesso modo, si prevede l’estensione da 6 mesi a 12 mesi della durata dei permessi di soggiorno per motivi di protezione sociale, come già avviene per quelli per vittime di violenza domestica.
Ai titolari di permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale e alle vittime di violenza domestica è riconosciuta anche la possibilità di richiedere l’assegno di inclusione.
Come già si accennava, il decreto pone “stabilmente al di fuori del meccanismo delle quote l’ingresso e il soggiorno di lavoratori da impiegare, nel settore dell’assistenza familiare o socio-sanitaria, per l’assistenza di persone con disabilità o grandi anziane”. Si prevede inoltre che, nei primi 12 mesi di effettiva occupazione legale in Italia, tali lavoratori possano svolgere esclusivamente l’attività autorizzata e possano cambiare datore di lavoro solo con autorizzazione degli Ispettorati territoriali del lavoro.
Tra gli altri provvedimenti approvati dal Consiglio dei ministri anche una serie di deleghe al governo a proposito degli ordini professionali. Spicca quella relativa al personale sanitario.
Il disegno di legge, infatti, sostituisce la disciplina della responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario, “limitando la punibilità per omicidio colposo e lesioni personali colpose, commessi nell’esercizio di una professione sanitaria, ai soli casi di colpa grave, purché siano state rispettate dal sanitario le linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge o le buone pratiche clinico assistenziali, sempre che le predette raccomandazioni o buone pratiche risultino adeguate alle specificità del caso concreto”.