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Rubriche | Dal Municipio al Campanile

mercoledì 30 Ottobre 2024

Dal Municipio al Campanile, Cogollo del Cengio

Il sindaco: «Esserci, per i propri cittadini». Il parroco: «Prima del prete, la comunità»

Claudio Baccarin
Claudio Baccarin
collaboratore

Il sindaco Piergildo Capovilla: «Penso di candidarmi anche per il terzo mandato. In programma un centro diurno e un asilo. Quando c’è bisogno, io ci sono: sono sindaco a tempo pieno»

Alle Comunali del 2015 Piergildo Capovilla, alla testa della lista “Rinasci Cogollo”, aveva guadagnato la fascia tricolore con 725 voti, pari al 37,40 per cento; cinque anni dopo, il 20 settembre 2020, con la medesima “ragione sociale”, il primo cittadino ha concesso il bis, raccogliendo il 55,18 per cento dei suffragi. Ora il sindaco Capovilla, classe 1957, si appresta a chiedere agli elettori il terzo mandato: probabilmente si andrà alle urne a inizio 2026. «Penso proprio che mi candiderò anche alle prossime Comunali – anticipa Capovilla, che ha le deleghe ai lavori pubblici, all’urbanistica, all’edilizia privata, al personale, alla Protezione civile e alla Polizia urbana – La mia è una giunta di destra. Io personalmente non sono iscritto a un partito, ma mi riconosco nelle posizioni di Fratelli d’Italia». Lista che alle Europee di giugno ha visto a Cogollo, Comune gemellato dal 1999 con Mauthausen, un boom di consensi: 470 voti (pari al 37,15 per cento). Capovilla può contare sulla collaborazione di quattro assessori: il vicesindaco Giuseppe Pozzer (sport, manifestazioni, eventi); Debora Ossato (bilancio e istruzione); Erik Zorzi (manutenzioni e gestione del patrimonio); Manuela Dalla Vecchia (sociale e cultura). «I miei assessori mettono a disposizione il tempo di cui dispongono, perché hanno tutti un’occupazione. L’unico a tempo pieno sono io. Quando c’è bisogno, io ci sono sempre. Posso, poi, contare su una ventina di dipendenti comunali». Cogollo ha un trend di residenti (3.114 al 1° gennaio 2024) piuttosto stabile, c’è una tendenza all’invecchiamento della popolazione e servirà più attenzione per la terza età: «Stiamo approntando un progetto, la cui realizzazione dovrebbe partire nel 2025, per la costruzione di un centro diurno polifunzionale, che sarà abbinato alla scuola materna e a un asilo nido». Lo studio di fattibilità tecnica per la trasformazione dell’area ex Latteria è stato approvato dalla giunta il 10 ottobre scorso e l’intervento comporta un investimento di 3 milioni 276 mila euro: «La spesa è ingente, non riusciamo a coprire l’investimento: ci stiamo muovendo per ottenere finanziamenti». Altro tema all’ordine del giorno a Cogollo è il bando per la vendita di alcuni immobili mediante asta pubblica con il metodo delle offerte segrete. «C’è stato il lascito al Comune da parte di Gaetano Mioni, un nostro concittadino. Mettiamo gli immobili all’asta. L’interesse c’è sicuramente perché si tratta di edifici che si presentano bene. Parliamo di capannoni in affitto, di una casa di proprietà in via San Rocco e in più una casa di montagna, sempre nel territorio comunale». Le offerte vanno presentate entro il 29 novembre. Su quali interventi punterà nei prossimi mesi la giunta Capovilla? «Per fine anno dovremmo realizzare un’altra rotatoria sulla strada provinciale, all’entrata del paese, per ridurre la velocità dei veicoli e così garantire maggiore sicurezza alla viabilità. Sempre per la fine del 2024, ci auguriamo finiscano i lavori, iniziati circa due anni fa, per la messa in sicurezza della zona Buse. Portiamo via l’acqua, con delle tubazioni che la convogliano verso l’Astico, da una zona che si allagava regolarmente a ogni rovescio». Come sono i rapporti con la parrocchia? «Sono buoni anche perché la parrocchia mette a disposizione, per tante attività, i suoi spazi. E con il parroco c’è una buona collaborazione».

Don Luigi Gatto: «Con le messe su YouTube ci seguono dal Sudamerica. Ho tante brave persone attorno: se lasciassi la parrocchia a loro, saprebbero cosa fare»

Sarà che San Cristoforo, cui è intitolata la parrocchia, «si tiene sulle spalle nostro Signore», ed è il patrono di chi viaggia («regalo sempre il magnete con il santo da mettere in macchina»), così don Luigi Gatto, 78 anni, che regge dal 2007 la parrocchia di Cogollo del Cengio, non sta fermo un momento: «Alla mia età forse potrei essere già in pensione, ma se mi ritiro casco per terra. Quando ho qualcosa da fare, mi sento più vivo». Insomma don Gatto è un vulcano: «Prima del Covid, certe sere, in centro parrocchiale, che pure è grande, non c’era una stanza libera. Io me la godevo a fare il giro, era bello trovare un po’ di tutto. Ma è la gente che è brava, ho tante persone che mi danno una mano. Potrei dire che, a parte la messa e le confessioni, se lasciassi fare a loro, i fedeli si arrangerebbero a mandare avanti la parrocchia. Sono del parere che non è il prete quello che fa la comunità. Il prete può essere il punto di riferimento. Ma il prete viene dopo la comunità». Lo scorso 26 ottobre si è tenuta la prima riunione finalizzata alla rinascita del gruppo chierichetti: «Prima del Covid c’era una bella squadra di ragazzi. Ci vorrà del tempo perché la gente si è abituata a seguire le funzioni da casa». Già, tutte le messe che don Luigi celebra in chiesa a San Cristoforo vengono puntualmente trasmesse in diretta via YouTube: «Tanti si sono accorti che possono ascoltare la messa dal divano. Ho gente che mi segue dal Sudafrica, dall’Argentina e dal Perù. Alcuni sono nostri emigranti: così gli pare un po’ di essere a Cogollo. Un gruppo di Genova spesso mi manda i saluti». Ma come è nata questa iniziativa? «All’inizio della pandemia ho parlato con il maestro della banda di Mosson, che è un mio amico, e lui mi ha dato l’idea: “Perché non proviamo a trasmettere la messa per Pasqua?”». Erano presenti solo alcuni del coro. L’iniziativa continua tuttora: «Premo un pulsante prima della messa e parte la trasmissione». Don Luigi, comunque, non è Superman: il Covid l’ha avuto anche lui. «Quando non c’erano i vaccini e il virus non era una passeggiata. Ho passato un Natale da solo. Ho fatto “deserto” per 20 giorni. Una signora che abita sopra la canonica mi metteva il cibo fuori della porta e io tiravo dentro il vassoio». L’attenzione verso gli ultimi è testimoniata dall’attivismo del gruppo caritativo: «In fondo alla chiesa abbiamo un contenitore della Caritas, la gente porta sempre cibo per chi ha meno. I responsabili mi riferiscono che tante famiglie fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. O anche alla fine della settimana. Una tempo una famiglia con un occupato alla Lanerossi, a Piovene, e una vacca a casa, stava benone. Adesso è difficile». All’insegna della trasparenza, don Luigi dà conto puntualmente delle entrate e delle uscite. Per esempio, domenica 13 ottobre sono stati raccolte in chiesa offerte pari a 359,68, euro mentre 53,84 euro se ne sono andati per la bolletta del gas. «Però, per i funerali, non indico mai il nome della persona in memoria della quale viene fatta un’offerta. Queste cifre le metto nelle offerte generali, altrimenti si capirebbe che per il funerale sior sono venuti su tanti schei, mentre per il poro gramo è arrivata una cifra esigua. Io tratto tutti allo stesso modo». Parrocchia e Comune collaborano? «Sì, nel possibile. Io non posso rimproverare niente perché basta che faccia qualsiasi richiesta e il sindaco me la concede. So che l’amministrazione vuole realizzare un asilo e, per me, è la cosa più bella del mondo. Purtroppo, però, i nati sono pochi, i morti sono più del doppio dei fiocchi rosa e azzurri».  

Quattro pietre argentate su uno scudo rosso

Cogollo del Cengio, in provincia di Vicenza, ha 3.114 abitanti (Istat gennaio 2024) che si chiamano cogollesi. L’attuale denominazione risale a cento anni fa, al Regio decreto 519 del 3 aprile 1924. La proposta venne dall’allora presidente del Consiglio, Benito Mussolini. Il simbolo è un cumulo di pietre argentate su scudo rosso.

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