Circolava tempo fa una barzelletta in cui alla domanda se le frecce dell’auto funzionassero, l’interpellato rispondeva “adesso sì – adesso no”, seguendo il ritmo del lampeggiante.
Mi sento nella stessa posizione rispetto alla domanda proposta qui: subito rispondo che no, la domanda non è assolutamente corretta. Lo dico con convinzione, non è corretta soprattutto per quello che riguarda la Chiesa: certo che si può parlare di donne, anche senza tirare in ballo dimensioni religiose. Ma esiste una Chiesa senza le donne? No, certamente non esiste! Da quando abbiamo dati documentari (nella Scrittura e nella Storia) vediamo sempre battezzate anche donne. Non esiste una Chiesa che non sia di uomini e di donne, è importante ribadirlo. La domanda dunque non è corretta, perché sembra supporre che le donne siano sovrannumerarie, accessorie, o magari benignamente considerate. Oppure, il che è anche peggio in certo senso, che la Chiesa sia un simulacro di sé stessa, uno scheletro omogeneo con ossa tutte maschili. Tuttavia questo modo di porre la questione torna con insistenza, spesso nella forma di richiesta di incontri e conferenze oppure, appunto, di articoli più o meno lunghi. Questa insistenza dice anche qualcosa di importante, non sarebbe giusto archiviarla solo fra gli “errori” da correggere, con fare saccente. Se la domanda torna, indica che la percezione comune vede nella Chiesa Cattolica un mondo maschile, respingente per le donne. Forse i media collaborano, perché sotto la voce Chiesa per lo più sfilano, in ordine di comparizione, il papa, i vescovi, il clero tutto e i teologi e, in qualche caso ma come eccezioni o appendici, catechiste e teologhe. Alcuni dati, al momento, tipicamente cattolici – la riserva maschile dell’ordine (diaconi e preti solo maschi) – e “latini” (non dei cattolici orientali) come l’obbligo del celibato per i preti, contribuiscono certamente a comporre questo quadro, anche se non lo esauriscono. In questo senso la freccia lampeggia e mi fa dire che la domanda, anche se non perfetta, ha un suo perché. È quanto meno im-pertinente!
Cristina Simonelli Docente di Patrologia presso ITA e ISSR di Verona
