Annata agraria. Il 2025 padovano veste in chiaroscuro
Annata agraria. Male le olive, alti e bassi tra la frutta e per il settore della cerealicoltura. A non tradire le attese vi sono orticole e viticoltura.Per la festa di San Martino l’associazione agricola Cia di Padova presenta i risultati dell’anno, che sono altalenanti ma soprattutto evidenziano alcune criticità per il futuro
Si conclude un’altra annata agraria con risultati, secondo Cia Padova, in chiaroscuro. Un report dell’associazione agricola lo afferma con chiarezza: nel medio termine, se continua così, solo le aziende sufficientemente strutturate potranno portare avanti le attività. I cambiamenti climatici, la cimice asiatica e i prezzi agricoli (ovvero quel che viene riconosciuto al produttore) sempre più bassi stanno mettendo a rischio la tenuta del settore in provincia. Un dato tra i più eclatanti è relativo all’olio di oliva dei colli Euganei, con una produzione pari quasi alla metà rispetto allo scorso anno: fra le cause, la cascola dell’olivo, ovvero la caduta precoce dei frutti, e gli attacchi della mosca delle olive. «In generale, per tutta la frutta – sottolinea il presidente della zona Cia di Camposampiero, Fabio Carraro – è stata un’annata tra alti e bassi». Buona è stata la produzione di pesche e pesche noci, anche se le varietà tardive hanno risentito della violenta perturbazione che si è abbattuta a fine luglio e delle piogge diffuse di agosto. Lo stesso dicasi per i meloni, mentre sia le prugne che le angurie hanno retto bene. Male è andata invece per le pere, che hanno registrato perdite che nella Bassa hanno sfiorato il 90 per cento, anche per l’irrisolta criticità della cimice asiatica; nell’area del Montagnanese sono state registrate pure per le mele minori rese a causa del colletotrichum acutatum, una malattia fungina. Capitolo a parte è stata la vendemmia, che sui colli Euganei non conosce crisi: il 2025 ha fatto segnare una crescita di produzione fino al 20 per cento in alcune cantine. Anche per le colture orticole i risultati sono stati eccellenti. Le zucchine hanno fatto segnare un 10 per cento in più, melanzane e peperoni il 5. La variabilità ritorna però quando si passa ai seminativi, che sono gran parte dell’agricoltura padovana. Non si possono lamentare i produttori di grano tenero e duro e di orzo; note dolenti giungono dal mais, che in alcune zone della Bassa ormai è usato solo a fini energetici causa la contaminazione di aflatossine che ne riducono la qualità. In ribasso anche la soia. Intanto, i prezzi delle materie prime e gasolio sono cresciuti di almeno un terzo, e il clima siccitoso fa sì che si debbano spesso aggiungere anche i costi di irrigazione.
A preoccupare oggi è anche la nuova Pac
Tra le incognite del futuro, ricorda Cia, vi è il possibile taglio dei trasferimenti della Politica agricola comune, che per il 2028-34 prevede la riduzione del 30 per cento dei fondi per le imprese agricole.