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L'Aclista padovano
L'Aclista padovano #03 2025

domenica 14 Dicembre 2025

L’attenzione preferenziale ai poveri

Dilexi Te, l'esortazione apostolica di Papa Leone
Umberto Boschetto

Il documento si apre con un versetto dell’Apocalisse, dove si immagina Cristo rivolgersi a ciascuno dei poveri dicendo: hai poca forza ma «io ti ho amato», «dilexi te». Richiama la «bimillenaria storia di attenzione ecclesiale verso i poveri» e afferma che «la cura dei poveri fa parte della grande Tradizione della Chiesa, come un faro di luce che, dal Vangelo in poi, ha illuminato i cuori e i passi dei cristiani di ogni tempo», perché la carità è «una forza che cambia la realtà, un’autentica potenza storica di cambiamento».
Esiste dunque «un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri», e «ogni rinnovamento ecclesiale ha sempre avuto fra le sue priorità l’attenzione preferenziale ai poveri». La Dilexi Te ribadisce che i poveri non sono una «categoria sociologica», ma la «carne di Cristo», e che rimandano all’«essenziale della fede»: il Figlio di Dio che «si è svuotato» e «fatto povero».
L’esortazione ha anche una valenza politica, poiché «la mancanza di equità è la radice dei mali sociali». Il papa denuncia «la miseria di tante persone», indica i «nuovi e drammatici squilibri» e le «crescenti disuguaglianze», e critica «una visione dell’esistenza imperniata sull’accumulo della ricchezza e sul successo sociale a tutti i costi, da conseguire anche a scapito degli altri, profittando di ideali sociali e sistemi politico-economici ingiusti che favoriscono i più forti».

apa Leone esprime una profonda preoccupazione per le disuguaglianze economiche e per la concentrazione della ricchezza, che solleva interrogativi etici e sociali. La sua è una critica al sistema economico globale che permette – e talvolta incoraggia – tali disparità. Anche la democrazia, se non accompagnata da una forte coscienza sociale e da politiche che promuovano l’equità, può fallire nel garantire una vita dignitosa per tutti.
A coloro che hanno in mano le sorti delle nazioni, il papa chiede di ascoltare i poveri e di «risolvere le cause strutturali della povertà», superando l’idea di politiche sociali «verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri». Al «popolo di Dio», invece, chiede di «far sentire, pur in modi diversi, una voce che svegli, che denunci, che esponga», perché «la proposta del Vangelo non è soltanto quella di un rapporto individuale e intimo» con il Signore, e perché le «strutture di peccato» e «d’ingiustizia» vanno riconosciute e abbattute «con la forza del bene». I poveri si confrontano con realtà dure come «la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, della terra e della casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi», elementi essenziali per accedere alle risorse materiali, culturali e sociali indispensabili a un tenore di vita minimo accettabile. La conclusione è chiara: i meccanismi che regolano l’economia sono frutto di scelte umane e, come tali, possono essere modificati e riorientati secondo principi e criteri diversi da quelli attuali.

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