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Mappe | Mappe 07 – Il Terzo settore – maggio 2022

lunedì 23 Maggio 2022

5 per mille e volontariato, il pilastro del terzo settore che vacilla

Gianluca Salmaso

Se uno dei sistemi più efficaci per capire la salute di un’impresa rimane seguire il flusso di denaro che la alimenta e come genera utili, uno dei metodi certamente più interessanti per valutare tanto lo stato di salute del Paese quanto quello dei beneficiari è il contributo che deriva dall’Irpef sui redditi dei cittadini. Un primo dato che salta all’occhio leggendo lo studio realizzato da Banca Etica nel giugno del 2021 è quello riguardante la ripartizione geografica dei contributi: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Lazio raccolgono da sole il 73,9 per cento del totale dei finanziamenti. Una tendenza questa che si è confermata nel tempo e che ha portato in 14 anni a destinare alla coppia Lombardia e Lazio oltre il 57 per cento del totale dei fondi a disposizione. Una misura, quella del 5 per mille, il cui apprezzamento si tara paradossalmente nella progressiva diminuzione del contributo medio per ente: nel 2020, infatti, la diminuzione rispetto all’anno precedente è stata del 1,1 per cento a poco più di 7,5 mila euro per ciascun beneficiario. Questo risultato è dovuto al fatto che negli anni il numero degli enti è cresciuto più del totale dei contributi: dai poco meno di 30 mila iscritti del 2006 si è arrivati nel 2020 a sfiorare i 69 mila. Se da un lato ciò dimostra come il terzo settore sia sempre più recettivo alle opportunità anche di finanziamento che gli vengono proposte, implicitamente certifica come il sistema Paese abbia visto i propri redditi crescere meno di quanto sarebbe auspicabile. Se in Lombardia i beneficiari sono aumentati tra il 2019 e il 2020 del due per cento, gli importi erogati – equindi, in proporzione, i redditi Irpef di cui sono frazione – sono aumentati del 1,7 per cento con un conseguente calo dell’importo medio erogato dello 0,3 per cento. Anche in Veneto la situazione è andata come da copione ma con una differenza meno marcata: beneficiari in aumento del 2,7 per cento, importi cresciuti “solo” del 2,1 per cento e un calo rispetto del 2019 dello 0,6 per cento. Il mare del terzo settore è grande e nel 2021 ha raccolto circa 375 mila realtà con un valore della produzione superiore a 80 miliardi di euro e oltre 900 mila addetti coinvolti. In questo grande mare nuotano anche grandi pesci che da soli nel 2020 hanno catalizzato un terzo del totale dei fondi: al primo posto c’è l’Airc (ricerca sul cancro) con 68 milioni di euro,poi la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro a 11,9 milioni, poi Emergency a 11,6 milioni e Medici senza frontiere a 8,1 milioni. Come spiegato da Assif, l’Associazione italiana fundraiser, il riparto dei circa 30 milioni di euro che nel 2020 sono stati erogati in Veneto vede il 70 per cento dei fondi destinato alle oltre quattromila realtà attive nel volontariato. Solo 21 gli enti iscritti nel comparto della ricerca scientifica e sette quelli della ricerca sanitaria. Un’apparente disparità che, in realtà, finisce per premiare proprio gli enti negli ultimi due comparti: se a un ente del volontariato attivo nella nostra Regione vanno mediamente circa 5.200 euro di contributi, agli enti attivi nella ricerca sanitaria vanno oltre 450 mila euro medi e più di 53 mila euro per ciascun ente attivo nella ricerca scientifica fra cui si segnalano realtà storiche come Città della Speranza. In Veneto però ci sono anche 111 mila contribuenti che, nel 2020, hanno scelto di destinare il loro 5 per mille ai Comuni. A primeggiare è Valdagno con poco meno di 90 mila euro di contributi, seguono Verona, Venezia e Padova con circa 66 mila euro. Si segnalano anche Albignasego e Cittadella, tra i primi comuni del Veneto con poco meno di 20 mila euro ciascuno. Anche nella destinazione del 5 per mille, insomma, premia essere legati al territorio.

Una lista degli enti a cui dare il 5 per mille

Dal 10 maggio è disponibile online sul sito dell’Agenzia delle entrate la lista degli enti a cui è possibile destinare il 5 per mille delle imposte. L’iter, iniziato al principio del mese di marzo, ha fatto il giro di boa della prima pubblicazione provvisoria degli iscritti lo scorso 20 aprile, aprendo così la fase delle eventuali correzioni. Una procedura che quest’anno ha assunto particolare rilievo perché segue di pochi mesi l’istituzione del Runts, voluto dal ministero del Lavoro con l’obiettivo di raccogliere e dare adeguata pubblicitàagli enti accreditati, e che a regime sostituirà i registri di Aps, Odv e l’anagrafe delle Onlus.

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