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Mappe | Mappe 25 - Orizzonte possibile - novembre 2024

lunedì 11 Novembre 2024

La disparità di genere nei luoghi di lavoro è ancora alta

Redazione
Redazione

In Italia il divario di genere, focus principale del Goal 5 dell’Agenda 2030, è ancora marcato, con il Paese che si colloca all’87° posto su 146 nell’ultimo Global gender gap report redatto dal Forum economico mondiale. Sebbene tra il 2010 e il 2023, il Goal 5 abbia registrato miglioramenti consistenti, alcuni aspetti restano critici: tra i risultati positivi, estrapolati da ASviS e Openpolis, c’è l’aumento delle donne con un titolo in discipline Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), con un più 3,6 per cento tra il 2012 e il 2021, e la crescita delle elette nei consigli regionali (più 10,2 punti percentuali). Pnrr e altre misure nazionali non stanno offrendo molto per livellare il gap: un esempio significativo è l’obiettivo del 33 per cento di copertura degli asili nido entro il 2030, ben distante dal 45 per cento indicato dall’Unione Europea, che non risulta proporzionato all’esigenza di stimolare l’occupazione femminile. La carenza di misure di sostegno all’occupazione femminile è evidente: il 31 per cento delle lavoratrici ha un contratto part-time rispetto al 7 per cento dei colleghi, spesso non per una scelta volontaria, ma per mancanza di servizi di cura. Nel rapporto AsVeSS, emerge che l’indicatore che misura le differenze di genere nei tassi di occupazione femminili e maschili della popolazione in età 20-64 assume valori negativi in tutto l’orizzonte temporale considerato e per entrambe le ripartizioni territoriali (Padova e Veneto). Tale differenza è aumentata nella provincia di Padova nel passaggio dal 2018 al 2019 mentre nel periodo tra il 2019 al 2023 è andata diminuendo, con un miglioramento più evidente nell’ultimo triennio considerato. Nonostante ciò, si osserva nel 2023 una differenza di circa 13 punti percentuali a sfavore del tasso di occupazione femminile, più contenuta di quella osservata a livello regionale (meno 17 punti percentuali) e ancor più nazionale (meno 19 punti percentuali) ma denota una situazione ben distante dall’equità. Il trend negli ultimi cinque anni dal 2018 al 2023 è però positivo e mostra una situazione favorevole al raggiungimento degli obiettivi.

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