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Mappe | Mappe 10 – La montagna – novembre 2022

lunedì 14 Novembre 2022

Milano-Cortina 2026. Dalle Olimpiadi a costo zero, alle Olimpiadi a qualsiasi costo

Ernesto Milanesi
Ernesto Milanesi
collaboratore

Una montagna di soldiLa Regione Veneto ha stanziato 99 milioni di euro, fino al 2026. E l’ultimo bilancio di Fondazione Milano Cortina 2026 (approvato all’unanimità per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2021) indicava una perdita di 21 milioni, 217 mila e 315 euro. I Giochi non rappresentano certo un affare pubblico. Lo ha confermato l’esperienza di Torino 2006: costi per circa 3,5 miliardi di euro e debiti che hanno compromesso i conti degli enti locali. Del resto fin dal 1960 il costo medio delle Olimpiadi d’inverno si assesta proprio a 3 miliardi di dollari. L’edizione di Sochi 2014 ha raggiunto quota 21 miliardi e Pechino 2022 addirittura avrebbe superato i 38 miliardi. Il tandem Milano-Cortina si cimenta con uno scenario ben diverso dal 21 marzo 2019, quando a Palazzo Chigi è stato depositato lo studio redatto dall’Università La Sapienza: imputava il 58 per cento degli investimenti (203 milioni di euro) alle amministrazioni locali in un quadro di costi pari a 1,170 miliardi di euro. Senza contare però 415 milioni di euro di spese in sicurezza. Le uscite alla voce “visitatori” erano pari a 567 milioni di euro, al netto della vendita dei biglietti. Pandemia e guerra hanno stravolto tutto, inevitabilmente anche il dossier degli accademici romani.

La voce criticaÈ quella di Luigi Casanova a nome di Mountain Wilderness, la onlus che si batte in difesa degli ambienti incontaminati: «Thomas Bach, il presidente del Comitato olimpico internazionale, ha affermato che la pista di bob a Cortina d’Ampezzo è compatibile con gli impegni presi nel dossier di candidatura italiana, anche nei costi. Forse dimentica che doveva essere un restauro e la previsione portava a 48 milioni di euro. Oggi ci troviamo in presenza di un progetto di demolizione dell’esistente, della costruzione di un nuovo impianto con i costi che si avvicinano a 100 milioni».Non basta, perché l’indice di Casanova non risparmia nemmeno Giovanni Malagò, presidente del Coni: «Ha sempre sostenuto (e sta scritto nel dossier, ndr) che il 92 per cento delle opere olimpiche Milano Cortina 2026 è esistente. Invece, non solo si ricostruisce la pista di bob, ma di nuovo avremo i trampolini del salto a Predazzo, le piste dello sci di fondo a Tesero, la pista di pattinaggio di velocità a Baselga di Pinè, le piste del curling di Cortina e Cembra. Come nuovi saranno i villaggi olimpici di Cortina e Milano. Spesa prevista 370 milioni di euro, mentre le Olimpiadi erano garantite a costo zero».

Le evidenze climaticheAll’ombra delle Dolomiti, l’atmosfera è tutt’altro che olimpica. Il governatore Luca Zaia e il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi difendono a spada tratta i Giochi 2026. E nessuno ha voglia di misurarsi con il clima, le crisi e i nuovi parametri valutativi. La siccità estiva ha perfino lasciato molti rifugi senza acqua. Gli incendi non sono più eccezionali, come le alluvioni che accompagnano i temporali. Senza dimenticare i costi dell’energia, che scattano tanto per i cantieri quanto durante i Giochi. Di nuovo la pista da bob si rivela emblematica: 400 mila euro di deficit all’anno, la cifra indicata per il funzionamento prima che esplodessero le bollette anche negli impianti sportivi.

Campanelli d’allarmeSono risuonati recentemente dagli organi di controllo. La Corte dei Conti squaderna la labirintica burocrazia degli enti: nazionali (Fondazione, Consiglio olimpico congiunto, Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 spa, Simico spa con 10 per cento di capitale della Regione, Forum per la sostenibilità) e regionali (Fondazione Cortina e Veneto Innovazione spa): «Sembra che l’articolazione che si è venuta a creare sia mancante di un delineato progetto di sistema. Il proliferare di soggetti che intervengono all’interno dello stesso ambito, con contorni che rimangono ancora vaghi, imporrà, volta per volta, il capire chi deve fare cosa, con un aggravio di tempi, procedure e costi».E nell’ultima relazione della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia si legge: «Particolare attenzione per la prevenzione di probabili tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata richiederanno i prossimi Giochi olimpici e paraolimpici. Nel merito il prefetto di Belluno, Mariano Savastano, ha sottolineato l’importanza del rafforzamento degli strumenti di prevenzione e il ruolo centrale del Gruppo interforze individuato quale cabina di monitoraggio».Ma la preoccupazione è ben motivata: «Un bacino di interessi economici così importante, connotato da una ricchezza territoriale destinataria di ingenti fondi in grado di polarizzare investimenti sia statali sia esteri, potrebbe rappresentare terreno fertile per la criminalità mafiosa e affaristica. Il meccanismo sotto osservazione punta a estendere i propri interessi e infiltrarsi nei canali dell’economia legale, tanto attraverso complesse attività di riciclaggio e reimpiego di capitali illecitamente accumulati, quanto nella gestione delle risorse pubbliche».

Per ora solo 50 milioni di euro dagli sponsor

Era Andrea Abodi il predestinato. Ma è diventato ministro dello Sport. Così tocca a Andrea Varnier, 58 anni, veronese, il ruolo di amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina 2026 con un’indennità di 500 mila euro lordi all’anno. In evidenza il “caso sponsor” delle Olimpiadi. Nel budget sono indicati 575 milioni di euro. Finora Esselunga, Deloitte, Herbalife e Ranstad ne hanno garantiti solo 50. Il costo gestionale stimato dei Giochi è di 1,6 miliardi di euro, di cui solo 200 milioni di euro dai biglietti.

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