“Nonostante il calo complessivo, il costo umano rimane devastante”. Secondo le stime dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, 1.299 persone sono morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo nei primi nove mesi del 2025. Lo si legge nel rapporto di Frontex appena pubblicato. L’agenzia dell’Unione europea che si occupa delle frontiere terrestri e marittime traccia un bilancio dal quale emerge un calo degli arrivi “irregolari”: ma mette anche in risalto l’ecatombe che continua a registrarsi nel mare: vite in cerca di un’esistenza dignitosa che si perdono tra le acque.
Gli ingressi irregolari nell’Unione europea sono diminuiti – secondo Frontex – del 22% nei primi nove mesi dell’anno, raggiungendo quota 133.400 secondo i dati preliminari.
“Nel Mediterraneo centrale, tra gennaio e settembre 2025 sono stati rilevati quasi 50.900 arrivi, un dato sostanzialmente in linea con lo stesso periodo dell’anno scorso”.
Tuttavia, la Libia, il principale punto di partenza, ha registrato un aumento del 50% delle partenze rispetto al 2024.
Al dato numerico si accosta la notizia che Frontex e la direzione generale Affari interni della Commissione europea accolgono questa settimana due delegazioni di funzionari libici – uno del governo riconosciuto di Tripoli e l’altro di quello non riconosciuto con base a Bengasi – per rafforzare, questa l’intenzione, la cooperazione nelle politiche migratorie. Va peraltro considerato che le autorità libiche incassano fondi europei per l’attività di contrasto alle migrazioni, eppure la Libia continua ad essere un lager per migranti provenienti dall’Africa interna mentre le navi costiere libiche hanno più volte aperto il fuoco verso imbarcazioni di Ong che operano nel Mediterraneo per salvare vite umane.
Proseguendo la lettura del rapporto Frontex, si evince che “il numero di attraversamenti irregolari registrati nel Mediterraneo orientale è diminuito del 22%, attestandosi a circa 37.200”. A seguito di un minor numero di arrivi ad agosto causato dalle avverse condizioni meteorologiche, gli attraversamenti attraverso il corridoio Libia-Creta sono però nuovamente aumentati a settembre, con una crescita dei rilevamenti del 280% rispetto allo scorso anno.
Sulla rotta del Mediterraneo occidentale, gli attraversamenti irregolari sono aumentati del 28%.
Solo a settembre, gli arrivi sono lievitati di oltre la metà, con le partenze dall’Algeria che hanno rappresentato quasi i tre quarti dei rilevamenti di quest’anno.
“I maggiori sforzi di prevenzione del Marocco hanno spinto un maggior numero di persone a rivolgersi ai servizi di contrabbando in Algeria”, denuncia Frontex. “Ciò ha portato a una più stretta cooperazione tra le reti di trafficanti algerine e marocchine e allo spostamento di alcune operazioni in territorio algerino. Questi gruppi utilizzano tattiche complesse, tra cui il trasporto di migranti su motoscafi dotati di motori potenti”.
“La rotta dell’Africa occidentale ha registrato il calo più netto, con un calo del 58% a quasi 12.900 rilevamenti quest’anno, di cui solo 734 a settembre”.
Frontex rileva inoltre gli attraversamenti verso il Regno Unito tramite la Manica che sono aumentati del 14%, raggiungendo i 54.300 tentativi.
“Forti cali” di ingressi nell’Ue si sono verificati inoltre nei Balcani occidentali (-47%) e lungo la frontiera terrestre orientale (-36%).
Tra le nazionalità più frequentemente segnalate vi sono delle novità: oltre alle consuete provenienze africane, ora si registrano aumenti di arrivi di cittadini bengalesi, egiziani e afghani.
Infine un dato sulle attività dell’agenzia Ue: in tutta Europa, oltre 3.600 agenti di Frontex continuano ad assistere le autorità nazionali nella salvaguardia delle frontiere esterne.