(Strasburgo) “Ataqqinartoq præsident Metsola, ataqqinartut Europa Parlamentimi ilaasortat, ullumikkut oqalugiartussatut qaaqquneqarnera ataqqinaatitut tiguara”. L’esordio del discorso di Jens-Frederik Nielsen, premier della Groenlandia, nell’emiciclo dell’Eurocamera dapprima lascia tutti di stucco, poi genera applausi e sorrisi. Fortunatamente egli stesso si incarica della traduzione: “Eccellenza, presidente Metsola, e onorevoli membri del Parlamento europeo, sono davvero onorato dell’invito a rivolgermi a voi, parlamentari dell’Unione europea qui presenti oggi”.
Kalaallit, popolo orgoglioso. Il giovane esponente politico, 34 anni, a capo del Paese artico grande la metà dell’Ue, con meno di 60mila abitanti, che gode di amplissima autonomia dalla Danimarca di cui è parte, si presenta a Strasburgo con discreta disinvoltura, indossando una sorta di k-way antipioggia azzurro, con tanto di cappuccio. A tratti appare un po’ intimorito dai riti ufficiali del Parlamento, tipici di quando si accoglie un capo di Stato o di governo, con tanto di uscieri in livrea e bandiere groenlandesi che adornano l’europalazzo. Dopo il benvenuto della presidente Roberta Metsola, Nielsen prende la parola: “Il 2025 è stato un anno ricco di eventi, se non drammatico, per la Groenlandia”. Dapprima sottolinea le sfide che la sua terra e il suo popolo hanno di fronte, comprese le minacce all’indipendenza giunte – senza mai citarli – dagli Stati Uniti di Donald Trump. “Il mondo sta cambiando, e sta cambiando rapidamente – afferma –. La Groenlandia non è estranea al cambiamento. Il nostro popolo, il popolo groenlandese, Kalaallit, è un popolo orgoglioso, che è sopravvissuto e ha prosperato nelle dure condizioni dell’Artico per migliaia di anni”.
“Abbiamo bisogno gli uni degli altri”. Un discorso fra storia, orgoglio nazionale, temi di estrema attualità: rispetto dell’ambiente, cooperazione economica e politica, questione energetica, attività di caccia e pesca. “Abbiamo vissuto della terra e dell’oceano, rispettandoli e non prendendo più del necessario. Abbiamo adattato i nostri mezzi di sussistenza al clima e abbiamo imparato a riconoscere e reagire ai cambiamenti del nostro ambiente. Mentre affrontavamo questi cambiamenti, una cosa è rimasta costante: la consapevolezza che abbiamo bisogno gli uni degli altri per affrontare i cambiamenti”. Quindi, tra gli applausi, riprende: “Non saremmo stati in grado di sopravvivere se ogni membro del nostro popolo non avesse contribuito e svolto un ruolo specifico. La Groenlandia si fonda sulla cooperazione e sul desiderio di cooperare basato su valori fondamentali come l’uguaglianza e il rispetto reciproco. Questo continua a essere al centro della Groenlandia oggi. Anche nelle nostre relazioni con il mondo esterno. Abbiamo bisogno di cooperazione e partnership con Paesi e istituzioni che condividono i nostri valori”.
Ue, partner affidabile. L’intervento dell’ospite in emiciclo affronta numerosi elementi dell’economia e della politica interna e internazionale, così pure il cambiamento climatico (che a quelle latitudini si mostra particolarmente rapido, influendo sulla vita quotidiana delle persone), la disponibilità di ricchissime materie prime strategiche nel sottosuolo, le fonti rinnovabili, la digitalizzazione e i trasporti (importanti per chi vive su un’isola lontana dai continenti). Dalle parole del premier traspare l’importanza che assegna al rapporto con i Ventisette:
“L’Ue è un partner stabile, affidabile e importante per la Groenlandia da oltre 40 anni”.
La cooperazione “si è evoluta da rapporti incentrati principalmente sulla pesca, fino a includere ora istruzione, materie prime, energia, biodiversità, ricerca e cambiamenti climatici”. L’Ue ha di recente inaugurato un ufficio di rappresentanza nella capitale, Nuuk.
Investimenti e risorse. “Guardando al futuro, desideriamo rafforzare e sviluppare la nostra cooperazione e il nostro partenariato con l’Ue”, afferma il relatore. “Con il rapido cambiamento del mondo, si presentano nuove sfide. Credo che la Groenlandia possa offrire soluzioni all’Ue e che l’Ue possa offrire soluzioni alla Groenlandia, creando nuove opportunità per entrambi a condizioni reciprocamente vantaggiose”. “Siamo stati molto incoraggianti nel vedere che si propone”, nel bilancio pluriennale dell’Unione europea, “di stanziare 530 milioni di euro per la cooperazione con la Groenlandia. L’importo proposto è promettente e potrebbe includere ad esempio investimenti nel settore delle energie rinnovabili e delle risorse minerarie, compresi investimenti infrastrutturali”.
La Groenlandia detiene 24 dei 34 minerali definiti “critici”: dall’alluminio all’antimonio, dal cobalto alla fluorite, dal litio al manganese, dal nichel al rame fino al tungsteno.
“I minerali critici della Groenlandia hanno il potenziale per modificare gli equilibri globali e di sicurezza. Ma è necessario agire rapidamente”, avverte. Ci sono, inoltre, giacimenti di petrolio, e possibilità infinite per produrre energia eolica e idroelettrica.
Esigenze condivise con altri territori. Il discorso passa poi alla connettività: “In un Paese caratterizzato da grandi distanze, insediamenti dispersi e condizioni naturali difficili, le telecomunicazioni non sono solo una necessità tecnica, ma un’ancora di salvezza. La rete digitale collega le nostre comunità, supporta l’istruzione, l’assistenza sanitaria e le imprese, ed è essenziale sia per il benessere dei nostri cittadini sia per le capacità di risposta alle emergenze delle nostre autorità”. Discorso che – per quanto attiene alle grandi distanze e alle difficili condizioni ambientali – potrebbe essere trasposto, ad esempio, in Africa o in varie aree dell’Asia. Basterebbe pensare alla necessità di colmare il divario digitale.
Pescatori e cacciatori orgogliosi. Mentre tocca temi di estrema modernità, Nielsen non trascurare di valorizzare aspetti di carattere storico, culturale e tradizionale. “La Groenlandia e l’Ue – dice – vantano una cooperazione commerciale di lunga data, soprattutto per quanto riguarda il pesce e i molluschi”. Oggi la cooperazione in materia di pesca è regolamentata dall’“Accordo di partenariato per una pesca sostenibile”, considerando che l’industria ittica rappresenta il settore economico più importante del Paese dei ghiacci. “La Groenlandia è un Paese di pescatori e cacciatori orgogliosi. La pesca – dichiara – non solo continua a essere vitale per la nostra economia, ma è anche fondamentale per la sussistenza delle nostre comunità e famiglie”.
Anche la “fiera tradizione della caccia alle foche rimane fondamentale per le nostre comunità. La caccia alle foche è un’importante fonte di reddito e sostentamento per molte famiglie. È parte importante della cultura Inuit”.
Il divieto generale di immettere prodotti derivati dalla foca sul mercato dell’Ue, lamenta, “ha avuto gravi ripercussioni negative sulla caccia alle foche e ha portato a significativi cali dell’offerta interna e dell’esportazione delle nostre pelli di foca”. Una visione ben diversa da quella diffusa nei Paesi Ue.
Un monito reiterato. Infine, torna sui grandi mutamenti ambientali: “L’Artico sta subendo una trasformazione a causa dell’accelerazione dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento transfrontaliero e della perdita di biodiversità”. Da qui un reiterato appello all’Ue per affrontare insieme quella che il premier definisce “una crisi planetaria”. Conclude: “Se c’è un messaggio che spero possiate cogliere da quanto ho detto oggi, è questo: la Groenlandia ha bisogno dell’Unione europea e l’Unione europea ha bisogno della Groenlandia”. Infine, per lui, una standing ovation.