Fatti
I dubbi economici sulla Pedemontana
Preoccupazioni espresse dal consigliere Zanoni (Pd) e Follesa, presidente CoVePa. Elisa De Berti rispedisce al mittente: «Cantieri già partiti prima del nostro governo»
Preoccupazioni espresse dal consigliere Zanoni (Pd) e Follesa, presidente CoVePa. Elisa De Berti rispedisce al mittente: «Cantieri già partiti prima del nostro governo»
Oltre che ambientali, la Superstrada Pedemontana desta adesso preoccupazioni economiche. Le hanno esternate nel corso di un incontro ad Asolo, lo scorso 20 settembre, il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni e l’attivista e presidente di CoVePa (Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa) Massimo Follesa. «Abbiamo un documento della Corte dei Conti in cui emerge l’insostenibilità di quest’opera – spiega Andrea Zanoni – Il fatto è che nell’ultima convenzione tra la concessionaria Sis e la Regione Veneto, siglata nel 2017, il rischio d’impresa è a carico di quest’ultima. Questo significa che a Sis va corrisposto un canone di disponibilità da 150 milioni a 430 milioni di euro all’anno per 39 anni, proveniente dalle casse regionali. Secondo le nostre stime, si tratta di circa 12 miliardi di euro complessivi. E questo rischia di essere compensato con ulteriori, pesanti tagli ai trasporti pubblici e alla sanità, tanto più che nel bilancio di previsione triennale dell’anno scorso la Giunta ha ammesso un rosso di 54 milioni di euro». Zanoni punta il dito contro le premesse alla base della grande arteria, frutto della finanza di progetto: la sua realizzazione, cioè, sarebbe dovuta essere in carico al privato che ne avrebbe gestito i flussi di cassa. «Qui abbiamo fatto il contrario – incalza il consigliere regionale – Le spese realizzative se le è accollate la Regione, da bilanciare con le entrate dai flussi di traffico».
Sì, ma quanti veicoli passano e quanto si raccoglie dai pedaggi? «Gli uffici regionali hanno fatto una media tra le varie stime di 27 mila veicoli giornalieri. Per quel riguarda gli incassi nei primi sei mesi del 2023, si parla di 26 milioni di euro; fermo restando che sia così anche nel secondo semestre, la cifra non basta a ripianare il pagamento del canone. E nel contempo la stessa Regione non ha ancora riscosso dalla Sis le penali per i ritardi nei cantieri, tra cui 20 milioni di euro di Iva indebitamente incassati». Zanoni ricorda pure l’impatto ambientale dei 95 chilometri della Superstrada, su cui aveva già protestato a suo tempo. E intanto butta sul piatto la Treviso Mare, altra fonte di preoccupazione: «Vogliono un altro percorso a pagamento, i cui costi previsti solo dieci anni fa erano di 200 milioni di euro. Il gruppo appaltante è sempre questa Sis. Come la porteranno a termine? Partiranno i lavori per le opere accessorie?». Massimo Follesa ribadisce in pieno quanto detto da Zanoni: «Di fatto Palazzo Balbi ha ripreso il programma dell’ex assessore Renato Chisso. Peraltro l’asfalto in certi tratti della Pedemontana lascia davvero a desiderare, c’è l’effetto aquaplaning, io stesso ho rischiato un incidente».
Dal canto suo, la Regione ribatte a muso duro con l’assessore ai lavori pubblici Elisa De Berti. «Avevamo ereditato due convenzioni, del 2009 e del 2015, in cui si stabilivano determinati rischi a nostro carico. Questo, quando molti della Giunta attuale ancora non governavano. E i cantieri erano già partiti, con 330 milioni di euro di espropri da pagare. Cosa dovevamo fare? Interrompere e aprire pesanti contenziosi con Sis, per un territorio già “aperto”? Abbiamo preferito mettere mano all’esistente, riducendo i costi complessivi della Pedemontana da 21 a 12 miliardi di euro. Senza dimenticare che c’era stata l’impennata dei costi proprio per la mitigazione ambientale, con la cosiddetta realizzazione in trincea. Mentre sui ritardi e gli altri problemi hanno influito la pandemia e la cattiva pubblicità complessiva». Quanto alla Treviso Mare: «Se l’aggiudicherà Sis perché è stata l’unica a presentare un’offerta valida, sobbarcandosi però pure tutti i rischi».
La Superstrada Pedemontana Veneta è un’arteria a pedaggio di proprietà della Regione Veneto. Attualmente è percorribile da Malo a Spresiano, 82 chilometri sui 94,74 totali previsti. A completamento collegherà Montecchio Maggiore a Spresiano passando per i distretti industriali di Malo, Thiene e Schio, per Bassano del Grappa, per Montebelluna e a nord di Treviso. Si connetterà a tre autostrade.