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Mappe IconMappe | Mappe 22 - Imprese, innovazioni e infrastrutture - aprile 2024

martedì 16 Aprile 2024

Infrastrutture e logistica. Si può puntare su un nuovo trasporto? La domanda

Il 60 per cento delle merci deve passare dalla strada ai binari

Ernesto Milanesi
Ernesto Milanesi
collaboratore

Confini, dogane, frontiere, dazi: l’Europa delle merci ha fatto “saltare” ogni ostacolo. In fin dei conti, le vere radici dell’Ue risalgono al 18 aprile 1951 con il Trattato di Parigi che battezza la Ceca, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, fra Belgio, Francia, Germania Ovest, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi…

Contraddizione irrisoltaDiritti umani o libero scambio? Ecologia senza sconti o economia con profitto? La contraddizione irrisolta viaggia fin dentro il futuro virtuale (ovviamente green) di infrastrutture, trasporti, mobilità. E vale anche per il Veneto che sulla carta scommette nella “rivoluzione” veicolata da Bruxelles, tuttavia indotta a cortocircuitare con interessi e scenari di ben altro genere. Giusto per inquadrare: l’anno scorso il Veneto ha fatturato merci destinate all’estero per 81,9 miliardi di euro (13,5 miliardi di euro a Padova), grazie a 24.983 “operatori” del commercio internazionale. È la terza Regione “esportativa” d’Italia con il 13 per cento del valore italiano. Tutto bene? L’altra faccia della medaglia sono i veicoli immatricolati (dati certificati 2021): 66.241 autocarri trasporto merci, 6.230 rimorchi per merci e 4.673 motrici. In Veneto erano censiti 4,2 milioni di veicoli (614.448 automobili) su 53 milioni a livello nazionale.

Merci asfaltateViaggiano a senso unico, perché da un lustro il 50 per cento del trasporto merci è su strada. Ben 7 miliardi e 43 milioni di euro di valore nel 2017 su complessivi 7 miliardi e 855 milioni. Diventano 8 miliardi e 53 milioni nel 2022 su 9,2 miliardi di euro complessivi. La ferrovia? Marginale, perfino nella logistica. Se mai è il trasporto marittimo delle merci a rappresentare un’alternativa nei mercati di destinazione intercontinentali. I cargo in volo nei cieli non superano i 130 milioni di euro di valore delle merci. A novembre, l’associazione di sistema Fermerci ha pubblicato il suo rapporto annuale: «Sono state circa 25 miliardi le tonnellate-chilometro di merci movimentate su rotaia: rappresenta circa il 12 per cento del totale della quota di trasporto interno di merce che per la restante parte viaggia principalmente su strada con 123 miliardi di tonnellate-chilometro registrato nel 2020. I dati di Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale, mostrano che dal 1990, la domanda viene soddisfatta in maniera prevalente dall’autotrasporto che con il 55 per cento circa continua a essere predominante rispetto alle altre modalità di trasporto, seguito dal cabotaggio marittimo al 29 per cento».

Target visionario?Il Goal 9 dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile sembra scritto sulla sabbia, perché si dovrebbero spostare dalle strade ai binari il 60-70 per cento degli attuali trasporti interni di merci. Per di più nel decennio 2000-2010 l’Italia ha accumulato una pesante eredità proprio nella strategia logistica. In quel decennio si sono “perse” 12,4 miliardi di tonnellate-chilometro a causa del costante e deliberato tracollo del traffico merci sui binari. Il Veneto possiede 1.188 chilometri di linee ferroviarie, di cui 449 “fondamentali” e 612 a doppio binario. Ma 672 chilometri sono “complementari”, 576 a binario semplice e ancora 315 con i treni alimentati a diesel.

Il Pnrr sulla cartaÈ la Missione 3 che si concentra sulle infrastrutture per la “mobilità sostenibile”. In Veneto equivale, di fatto, all’Alta Velocità ferroviaria (per i passeggeri più che per le merci…) e agli investimenti portuali a Venezia (dall’ampliamento del porto all’elettrificazione a Marghera). Rete Ferroviaria Italiana ha comunque monopolizzato il flusso di denaro a debito in arrivo da Bruxelles, perché sette progetti con il maggior finanziamento Pnrr in Veneto fanno capo alla società del Gruppo Ferrovie dello Stato. Spicca la Tav Veronabivio Vicenza che vale 2,7 miliardi di euro di cui 1,95 miliardi coperti dal Pnrr e altri 813 milioni da soldi pubblici. Si tratta di 44 chilometri di tratta ferroviaria che attraversa 13 Comuni di cui cinque nel Vicentino con la nuova stazione di Lonigo e comporta due chilometri di gallerie e altri sette di viadotti. L’altro mega-intervento è ancora all’insegna del collegamento Tav con l’Europa del Nord: Brescia-Verona e Vicenza-Padova che significano 2,6 miliardi di euro di cantieri grazie a 1,72 miliardi ottenuti dal Piano nazionale ripresa e resilienza.

Osservatorio civicoFino all’anno prossimo la Corte dei Conti verificherà 120 interventi gestiti dagli enti locali grazie al Pnrr. Un controllo sui tempi di attuazione con relazioni dettagliate al Parlamento. «C’è il pericolo che si generino dinamiche collusive, corruzione, cartelli di potere – sottolinea Gianni Belloni, portavoce dell’Osservatorio civico sul Pnrr in Veneto – Quasi la metà degli investimenti riguarda il settore edilizio e delle infrastrutture. In Veneto abbiamo una lunga tradizione di opacità in questi settori: basti pensare a quanto è successo con il Mose. Il nostro obiettivo non è soltanto scongiurare il peggio, ma anche cercare di fare in modo che il Pnrr sia usato per perseguire il meglio, cioè la lotta alle disuguaglianze e alla crisi climatica. L’Osservatorio quindi porterà avanti anche attivamente proposte e – se necessario – proteste in dialettica con gli enti e le amministrazioni che gestiscono il piano».

La logistica chiamata a riconvertirsi

Nel 2023 il comparto della logistica ha fatturato oltre 112 miliardi di euro. Dal 9 all’11 ottobre Padova ospiterà Green Logistic Export, la vetrina del settore chiamato a riconvertirsi in base alle normative europee. E al vertice di Assologistica, dopo il rinnovo delle cariche nell’autunno scorso, spicca fra i vice presidenti Renzo Sartori: già direttore e presidente di Magazzini Generali a Padova, ha gestito la “conquista” della mega piattaforma Number 1 a Parma. Nel direttivo, invece, trova posto l’ex consigliere regionale Leonardo Padrin.

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