Recentemente ho scoperto che gli asili nido più quotati offrono una app con cui i genitori sono aggiornati in tempo reale sulle condizioni del figlio, su cosa ha mangiato, su quanto ha dormito, se è andato di corpo. Anche gli asili nido meno tecnologici offrono un breve report della giornata, ma lo fanno al momento del ritiro del bambino in forma cartacea o vocale.
Non ho figli e mai ho fatto caso all’importanza di conoscere tutti i dati quotidiani per accudire nel modo migliore il piccolo di famiglia. Quello che però mi ha stupito in questa variante tecnologica è il fatto che l’app sia aggiornata in tempo reale, con la conseguenza che, mentre prima si aveva un unico report a fine giornata, ora i genitori accedono più volte al giorno alla app. L’esito è quello prevedibile: aumento esponenziale della preoccupazione (o dell’ansia) dei genitori a fronte di quasi nessun miglioramento reale nella cura del bambino.
Il controllo continuo è diventato un mantra dei genitori di questo nostro tempo. Per avere un’ulteriore conferma, basta fare una breve ricognizione tra le app per genitori: la grande maggioranza sono app destinate al controllo dei figli preadolescenti alle prese con il loro primo smartphone. I genitori possono controllare in tempo reale i tempi di utilizzo, le app utilizzate, la posizione del cellulare (nella speranza che coincida con quello del figlio).
Per certi versi non sfugge a questa logica neanche il registro elettronico, ormai utilizzato in tutte le scuole. Se vuole, un genitore può conoscere in tempo reale la presenza o l’assenza del figlio a scuola, i compiti da eseguire, i voti ricevuti. Se vuole. Perché si può scegliere, ad esempio, di guardare il registro elettronico solo insieme al proprio figlio, lasciandogli lo spazio per dire con parole sue ciò che accade a scuola, magari anche un brutto voto.
Chissà cosa succederà quando scopriremo che il prossimo frigorifero che compreremo sarà connesso alla rete (a questo si fa riferimento quando si parla di IoT, l’internet delle cose) e dotato di un sistema di IA che rileva i prodotti contenuti e le loro scadenze. Riceveremo la lista della spesa direttamente sul cellulare, magari con opportuni suggerimenti nutrizionali, se gli permetteremo (e lo faremo!) di incrociare i dati del frigorifero con le nostre ultime analisi del sangue.
Il controllo spasmodico è diventato uno degli strumenti più utilizzati per gestire le nostre paure e la complessità del nostro mondo. In questo, le tecnologie informatiche si sono rivelate dei preziosissimi alleati. Perché, se c’è una cosa che la rete, gli smartphone e gli algoritmi che li animano, sanno fare benissimo, questo è raccogliere e processare dati. Tanti dati. Quasi tutti i dati.
La studiosa americana Shoshana Zuboff ha fotografato perfettamente questo fenomeno in un libro diventato famoso: Il capitalismo della sorveglianza. Grazia anche a lei, percepiamo con un certo timore l’essere sottoposti a un controllo costante della nostra vita. Talvolta compiamo anche qualche piccola scelta di resistenza, spegnendo il cellulare o disattivando la geolocalizzazione. Poi però arriva un piccolo in casa e ogni nostra resistenza crolla miseramente. Con esiti non necessariamente migliori: il controllo totale rasserena, forse, i genitori, ma certo non aiuta i figli a crescere responsabilmente.