Chi ha o ha avuto diverso tempo da perdere per smanettare online su siti di improbabile utile impiego, si sarà imbattuto almeno una volta nel progetto Spurious Correlations, ideato da uno studente di Harward (ti pareva!) che ha accostato negli anni grafici con andamenti analoghi mettendo in relazioni dati assolutamente sconnessi tra di loro. Esempio: dal 1985 a dopo il 2020, la popolarità del nome Blanca segue la stessa traiettoria delle rapine in Texas. Altro? L’aumento nel mondo del numero di laureati in ingegneria assume il medesimo sviluppo della presenza di generatori di energia elettrica in Cambogia.
Ora, non so se spulciando all’infinito troveremmo quest’altro dato, ma più di qualcuno in Italia ha portato avanti la tesi secondo cui le mancate qualificazioni ai Mondiali della Nazionale di calcio siano dipese dal fatto che i bambini non giocano più in strada. Da dove provengo io, a supporto di questa teoria, c’è chi aggiunge l’esempio di Antonio Cassano la cui tecnica sopraffina altro non era che l’esercizio continuo nel giocare sulle irregolari chianche di Bari vecchia.
Normale evoluzione o involuzione dei tempi, non sta a noi tracciare una sentenza sociale e antropologica, ma è sotto gli occhi di tutti che nei centri storici proliferano i cartelli “vietato giocare a pallone” e che le strutture sportive stiano costruendo campi di padel a discapito di altre “antiche” discipline. Poi succede che a Murano, 14 ragazzi di 12 e 13 anni riescano nell’ormai ardua impresa di ritrovarsi per giocare a pallone, salvo poi essere fermati dai carabinieri, identificati e convocati in caserma con i genitori, e ricevere una multa da 50 euro ciascuno per aver tirato calci in un’area dove il regolamento comunale vieta giochi che possano arrecare disturbo o pericolo.
Forse sarebbe stato sufficiente un rimbrotto o una “minaccia” tipo «Ora vi buco il pallone» che ha reso celebre uno spot di inizi Duemila con Fabio Cannavaro. Io, però, mi rifugio nelle parole del poeta argentino Jorge Luis Borges: «Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per strada, lì ricomincia la storia del calcio».