Fatti
L’Italia divisa tra Trump e Ue
L’avvento di Trump riaccende tensioni nella politica italiana. Salvini rilancia il trumpismo, Meloni cerca equilibrio con l’Europa, Schlein e Conte divisi su atlantismo e Ucraina
FattiL’avvento di Trump riaccende tensioni nella politica italiana. Salvini rilancia il trumpismo, Meloni cerca equilibrio con l’Europa, Schlein e Conte divisi su atlantismo e Ucraina
C’è chi spera che dopo la fiammata iniziale la politica di Trump assuma caratteri più compatibili con i fondamenti delle democrazie occidentali, compresa quella del suo Paese. C’è invece chi un esito di questo tipo lo teme perché vorrebbe far saltare definitivamente il banco e vede in questo frangente un’occasione irripetibile per cercare la rivincita globale delle autocrazie. E c’è ancora chi ritiene che le mosse compiute finora dal presidente americano abbiano già prodotto effetti irreversibili e che occorra quindi fare molto in fretta ad attrezzarsi per una risposta a livello europeo che abbia un minimo di possibilità di riuscita. Se poi si osserva la situazione dal piccolo punto di vista della politica italiana (piccolo, ma non irrilevante) non si può che prendere atto delle dinamiche innescate o riattivate dall’avvento di “the Donald” e della sua compagnia. Dinamiche che hanno investito leader di partito e schieramenti.Sul versante della maggioranza emerge vistosamente lo sforzo di Salvini nel presentarsi come il più realista del re, cavalcando i profili più estremi dell’ondata trumpiana e potendo far valere i suoi trascorsi anti-europeisti coltivati anche nelle frequentazioni con i “putiniani”. All’altro capo c’è la posizione di Tajani che punta sulla solida appartenenza al Partito popolare europeo per sostenere una linea di collegamento con la Ue, auspicando il recupero di quell’euroatlantismo che l’Italia ha sempre praticato. Auspicio in un certo senso condiviso almeno teoricamente con la Meloni, che pur muovendo da sponde non dissimili da quelle di Salvini, con la posizione pro-Ucraina si è smarcata da quelle pulsioni e ha acquisito una postura internazionale più consona al suo mandato di governo. Ora però la premier deve trovare il modo di far quadrare il cerchio del suo rapporto con Trump (e con il suo “consigliere” Elon Musk), senza perdere l’aggancio con l’Europa, aspirando anzi a un ruolo di cerniera tra le due sponde dell’Atlantico, mai così distanti come in questa fase. Al momento sembra una mission impossible.Sul versante delle opposizioni, la principale criticità si è sviluppata tra Pd e M5S perché a Conte si rinfacciano i rapporti con Trump e con Putin. Qualche commentatore è arrivato a parlare di ritorno dell’asse giallo-verde, sulla scorta di quello che nel 2018 portò il M5S al governo con Salvini. Da allora molte cose sono cambiate, ma la Schlein non può accettare ambiguità nei confronti di Trump e non può smentire senza contraccolpi neanche la linea tenuta sull’Ucraina, per quanto il tema della pace rappresenti per tutto il centro-sinistra una sfida ineludibile. Finché ci si muove a livello di voto regionale (in autunno è prevista un’importante tornata) queste contraddizioni possono essere assorbite, ma nella prospettiva di un’alleanza di governo è necessario un chiarimento di fondo.Resta il dato complessivo di una politica italiana che procede in ordine sparso di fronte a una crisi internazionale che avrebbe richiesto ben altri livelli di solidarietà. Soltanto gli attacchi al Presidente della Repubblica sono riusciti a provocare una risposta bipartisan, a dire il vero senza un particolare trasporto. L’impressione è che ognuno stia cercando il modo migliore per lucrare un vantaggio dalla situazione sul campo o quanto meno per ridurre i potenziali danni. E non è un bel vedere.